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Un uomo curioso, ma amante della persona. Lo si ricava da questa bella intervista chi ha concesso un Maestro del giornalismo, scrittore di razza ed inviato di Avvenire, Luigi Geninazzi che parla di Giovanni Paolo II.

Geninazzi: che ricordo ne ha?

“Intanto il privilegio e la grazia di averlo incontrato personalmente varie volte. Tecnicamente io non ero un vaticanista, ma un inviato di Avvenire che si occupava specialmente dei viaggi del Papa  e dell’ est di Europa in particolare la Polonia. Una volta mi intrattenni col Papa e con mia grande sorpresa, fu lui ad interrogare me e non io ad interrogare lui. Infatti volle sapere che cosa pensassi io della situazione polacca. Non era una banale perdita di tempo o un trucco, ma dimostrava quanto egli fosse intellettualmente curioso, quanto volesse ascoltare le opinioni degli altri ed anche amante della persona. Nel suo lungo pontificato, infatti, ha incontrato sia a Roma che fuori milioni di persone, dando impulso ad un nuovo modo di intendere quel ruolo. Aveva iniziato sia pur cautamente Paolo VI. Giovanni Paolo II in ogni individuo cercava la persona con il suo vissuto. Le racconto una cosa”.

Prego..

“Ero un giovane giornalista eppure venni invitato nella sua residenza estiva ad un convegno. Con fior di intellettuali. Successivamente seguii un suo viaggio apostolico in Austria. Lui una mattina mi vide fuori del suo alloggio e avvicinandosi alle transenne mi venne incontro salutandomi. Si ricordò di me. Era preoccupato per le persone che conosceva”.

Che rapporto aveva con la sua Polonia?

“Intenso ed anche influente. Quando ad inizio 2000 si doveva decidere in quel Paese se entrare o meno in Europa il dibattito era intenso. La popolazione delle campagne non era molto favorevole e i  vescovi divisi a metà. In un angelus Giovanni Paolo fece di fatto saltare il banco dicendo che non esiste Polonia senza Europa ed Europa senza Polonia. Le aggiungo che una volta, pieno periodo comunista, parlai col presidente della Repubblica della Polonia e volevano introdurre una legge sull’aborto molto permissiva. Non lo fecero perché il Presidente disse: è intervenuto Giovanni Paolo II e al Papa non posso dire no”.

Tanti raccontano del suo modo di pregare…

“Era come si estraniasse e perdesse la nozione del tempo. I suoi collaboratori raccontano che talvolta di notte lo trovavano nella cappella disteso sul pavimento a forma di croce. Da quanto so era una posizione che assumeva anche suo padre e che aveva ricalcato da lui”.

Bruno Volpe

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