Certo, rimane il fatto che il popolo irlandese abbia voluto il matrimonio gay addirittura in Costituzione non è una bella notizia. Ma non è una grande notizia. Sapete quanti sono stati i votanti favorevoli? Un milione e duecentomila pari a meno della metà degli abitanti di Roma. Poco più di 730.000 persone hanno votato contro. Che la Chiesa cattolica debba interrogarsi sull’efficacia delle sue scuole e dei suoi predicatori non vi è ombra di dubbio. Ma che ciò, come ha scritto qualche giornalista e qualche esponente politico italiano, renda inevitabile qualcosa di simile in Italia è una ridicola forzatura.
In Irlanda si è votato sull’aria fresca. In Italia questa estate si voterà il ddl Cirinnà, che crea il matrimonio omosessuale con un altro nome, come ha spiegato in un’intervista a Repubblica il sottosegretario Ivan Scalfarotto. E poi ci sarà il relativo codazzo di uteri in affitto (purchè affittati all’estero) e adozione di bimbi da parte di copie omosessuali. Per evitare questo, sabato 20 giugno, è stato organizzato a Roma la grande manifestazione del Family Day, per tutti quelli che rimangono intimamente convinti che: i figli nascono da un uomo e da una donna, i figli non si comprano, gli uteri non si affittano, i bambini hanno bisogno, non solo per nascere ma anche per crescere, di un papà e di una mamma. E’ da parecchi millenni che funziona così e tutto sommato è andata bene.
Leggiamo nel Preambolo della Costituzione irlandese: “Nel nome della Santissima Trinità, dalla Quale origina ogni autorità e alla Quale si devono ispirare, quale nostro fine ultimo, tutti gli atti sia degli uomini sia degli Stati, Noi, il popolo dell’Eire, riconoscendo con umiltà tutti i nostri doveri nei confronti del nostro Divino Signore, Gesù Cristo, che ha sorretto i nostri Padri … “. Potevano riformare anche questo pezzo di Costituzione. Perché non l’hanno fatto?
Diego Torre