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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.

Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO: venerdì 5 Aprile 2019

Nel Vangelo di oggi, Gesù decide di andare alla festa dei Tabernacoli a Gerusalemme, ma decide di andarci di nascosto, dato che volevano ucciderlo. Le autorità religiose erano convinte che Gesù non fosse il Messia perché, secondo le profezie messianiche, l’origine del messia doveva essere misteriosa. E Gesù cerca di sfatare questi dubbi affermando che Lui viene dal Padre, perché è inviato dal Padre. E si verifica una condizione molto curiosa: è scritto che tutti volevano catturare Gesù, “ma nessuno gli mise le mani addosso”, ci racconta l’evangelista Giovanni, e continua “perché non era ancora giunta la sua ora.” Cosa vuol dire? Vuol dire che Gesù è libero! Che governa completamente se stesso, a tal punto che Egli sa che c’è un’ora per Lui, in cui dovrà consegnarsi agli uomini. Quello che ci rivela il Vangelo di oggi, è fondamentale: Gesù non verrà catturato, condannato a morte e appeso a una croce  sua insaputa, ma intuiamo da questo Vangelo che Lui è cosciente di cosa gli accadrà ed è Lui stesso che si dona, che sceglie liberamente di offrirsi, quando sarà giunta la sua ora. Spesso crediamo che i soldi governino il mondo e  ci fanno credere che solo chi ha soldi può avere il potere su tutto…(e la cosa peggiore è che gli altri ci fanno credere questo, ma in fondo finiamo per crederci anche noi!). Ecco oggi ascoltiamo le parole di Gesù che ci fanno vedere la realtà  e, se le accogliamo in noi, possiamo comprendere che il vero potere di un uomo o una donna non consiste nei soldi, o nelle cose, ma nel tempo. Sì, perché solo quando l’uomo è capace di ascoltare lo scorrere del tempo, di percepirlo dentro di sé, avviene come un riconoscimento di sé, della sua presenza nel tempo. Questo vuol dire che non solo Gesù, ma ciascuno di noi ha un’ora in cui siamo chiamati a compiere una pienezza di presenza nel tempo che fugge. Ed esiste questa pienezza di presenza, perché ce lo mostra Gesù, che ha compiuto l’offerta di sé al Padre, per la nostra salvezza, attraverso il dono di sé, della sua vita. Allora anche noi oggi possiamo accorgerci di essere significativi per qualcuno, di poter abitare il tempo delle nostre relazioni e, per quello che possiamo, farle perfino crescere in qualità. Dopo tutto, ci è dato questo tempo di Quaresima, in cui possiamo riconoscere l’ora della salvezza che dà senso anche alla nostra presenza nel tempo, in questo tempo. Ed è proprio in questo venerdì di Quaresima, diamo precedenza al tempo nella meditazione e nel silenzio. Oggi siamo chiamati a riconoscere la nostra ora, l’ora che ci salva, l’ora in cui possiamo essere chiamati, magari, anche noi a diventare dono per qualcuno.

Gv 7, 1-2.10.25-30

In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più andare per la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne. Andati i suoi fratelli alla festa, vi andò anche lui; non apertamente però, di nascosto. Alcuni di Gerusalemme dicevano: “Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, e non gli dicono niente. Che forse i capi abbiano riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov’è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia”. Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: “Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me e chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io però lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato”. Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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