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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO: giovedì 4 Aprile 2019

La guarigione del paralitico alla piscina di vicino alla porta delle pecore, in giorno di sabato, che abbiamo ascoltato ieri nel Vangelo, provocò una discussione che oggi la liturgia ci continua a proporre. Troviamo perciò il seguito di questo discorso di Gesù, strutturato come fosse la difesa di un processo giuridico. Al tempo di Gesù il diritto disponeva che in un processo, nessuno poteva difendersi da solo, ma aveva bisogno di alcuni testimoni che potevano offrire le prove necessarie per attestare l’innocenza dell’imputato. E così Gesù oggi ci presenta i suoi tre testimoni: il primo, il profeta Giovanni, riconosciuto da tutti come il profeta che battezzava, cioè che letteralmente “immergeva” nelle acque del Giordano le persone che desideravano cambiare vita per aspettare il Messia in modo adeguato. Il secondo testimone sono le opere stesse di Gesù, i suoi miracoli, intesi proprio come segni del compimento dei tempi. Secondo Gesù queste opere che il Padre Gli concede di compiere, sono la conferma della pienezza del tempo messianico e della presenza del Regno di Dio in mezzo agli uomini. Il terzo testimone è la Sacra Scrittura stessa, che descrive il Messia e lo presenta agli uomini proprio con le caratteristiche di Gesù. Ecco allora che Gesù, attraverso questi autorevoli testimoni, dichiara la verità su se stesso. Davanti a questa rivelazione, il Vangelo oggi ci mostra che in verità è difficile accogliere questa rivelazione di Dio così come Gesù la dichiara. Se ci pensiamo bene, non solo per i religiosi del tempo, ma per tutti noi oggi, non è così facile accogliere queste tre testimonianze: i profeti che oggi ci richiamano all’amicizia con Dio, le opere di Dio che ci confermano la fede di tante persone, e la Parola di Dio che ogni giorno ci condividiamo. Dobbiamo riconoscerlo: nonostante 2019 anni di storia, noi esseri umani facciamo fatica a mettere in pratica il Vangelo. E Gesù oggi ci dichiara uno dei mali più grandi che ci impedisce di vivere nella pace che Dio vuole donarci. E’ il male della vanagloria, che sta nel “prendere gloria gli uni dagli altri”, ci dice Gesù.  Se durante le nostre giornate viviamo solo attenti ai nostri affari, senza mai permettere che il nostro sguardo si innalzi verso l’alto, verso Dio, non saremo mai davvero liberi, e non scopriremo mai l’amore di Dio! Al contrario, saremo sempre schiavi tra noi, imbrigliati dallo sguardo degli altri su di noi, presi dall’esteriorità, illusi di essere intelligenti, saggi, bellissimi! E poiché viviamo chiusi nei nostri mondi affettivi in cui gli altri ci danno tutto il compiacimento necessario per accomodarci dentro l’adulazione di noi stessi, ci chiudiamo, senza rendercene conto, alla sapienza della rivelazione che è relazione piena con Dio, capace di metterci in azione non per noi stessi, ma per la gloria di Dio! Chiediamo allora a Gesù oggi di aiutarci ad uscire da questi sistemi di compiacimento e di adulazione che ci bloccano, chiediamogli la forza dello spirito Santo perché possiamo rompere questi circoli viziosi che ci ripiegano su di noi, perché possiamo accogliere la vita di Dio, la gloria di Dio! Ricordiamoci che in questa Quaresima Dio ci insegna una via di bellezza autentica che ci fa vere persone, uomini e donne  di relazione, non perché per forza tutto questo si veda all’esterno, ma perché possiamo convertire il cuore!  E’ vero quello che dice Gesù: se camminassimo nella verità, cercheremmo solo la gloria che viene da Dio e non la gloria vana che viene dagli uomini! Spirito Santo facci entrare nella verità, crea in noi un cuore puro, perché oggi possiamo ricercare solo la gloria vera che viene da Dio.
Ascoltiamo il Vangelo:

Gv 5, 31-47

In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: “Se fossi io a render testimonianza a me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera; ma c’è un altro che mi rende testimonianza, e so che la testimonianza che egli mi rende è verace. Voi avete inviato messaggeri da Giovanni ed egli ha reso testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché possiate salvarvi. Egli era una lampada che arde e risplende, e voi avete voluto solo per un momento rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha reso testimonianza di me. Ma voi non avete mai udito la sua voce, né avete visto il suo volto, e non avete la sua parola che dimora in voi, perché non credete a colui che egli ha mandato. Voi scrutate le Scritture credendo di avere in esse la vita eterna; ebbene, sono proprio esse che mi rendono testimonianza. Ma voi non volete venire a me per avere la vita. Io non ricevo gloria dagli uomini. Ma io vi conosco e so che non avete in voi l’amore di Dio. Io sono venuto nel nome del Padre mio e voi non mi ricevete; se un altro venisse nel proprio nome, lo ricevereste. E come potete credere, voi che prendete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene da Dio solo? Non crediate che sia io ad accusarvi davanti al Padre; c’è già chi vi accusa, Mosè, nel quale avete riposto la vostra speranza. Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me; perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potrete credere alle mie parole?”

 

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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