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Dino BoffoUna fase pronunciata da Papa Francesco durante il viaggio dei giorni scorsi a Cuba e riportata sul proprio profilo Facebook dal vaticanista Gianluca Barile, “La nostra rivoluzione passa dalla tenerezza”, ha provocato la reazione a sorpresa di Dino Boffo, ex direttore di “Avvenire” e TV2000, rispettivamente il quotidiano e l’emittente televisiva dei Vescovi italiani. Riferendosi alla tenerezza invocata da Papa Francesco, infatti, Boffo ha commentato: “Sì, quella che ha riservato agli ultimi come il sottoscritto”. La frase desta grande stupore in Barile, a cui pare, che Boffo stia insinuando “che il Santo Padre non sia stato tenero” con lui “in occasione della sua sostituzione alla direzione a TV2000”. Barile fa, inoltre, notare quanto la definizione di “ultimo”, che l’ex direttore si autoattribuisce, poco si addica Boffo.

Dino Boffo, chiarisce Barile, è stato uno dei laici più influenti in Vaticano per numerosi anni, dominus del giornalismo religioso italiano, capace di veicolare addirittura nomine episcopali e promozioni nella Curia romana. Boffo risponde minacciando querele ed usando un tono sprezzante e minaccioso, sicuramente poco cristiano. Poiché continua a non essere chiara la prima affermazione di Boffo, che sembrava gettare un sasso contro papa Francesco per poi ritrarre la mano, il direttore de La Fede Quotidiana, gli chiede in maniera diretta di rendere noto quale ruolo, secondo il suo parere, papa Francesco abbia avuto nella sua vicenda personale, cioè nell’estromissione improvvisa dalla guida di TV2000. Il tono della risposta di Boffo è nuovamente secco e sprezzante: “Amico, non si allarghi. Quando riterrò opportuno farlo, parlerò.” Nei minuti successivi, Boffo provvede a bloccare l’amicizia su FB al direttore della Fede Quotidiana, che non può più leggere i suoi commenti.

Dalle frasi e dal tono di Boffo sembra che l’ex direttore, attualmente ancora impiegato e retribuito da TV2000 pur non svolgendo per essa nessuna attività, non abbia ancora mandato giù la rimozione dello scorso anno, che, pare, fu voluta direttamente dal segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino. Boffo tira dunque in ballo addirittura il Papa, notoriamente amico personale dell’attuale direttore di TV2000, l’ex vaticanista del Tg2, Lucio Brunelli.

Le parole e gli atteggiamenti di Boffo lasciano aperti numerosi interrogativi: se ha cose da svelare sul caso della sua estromissione da TV2000, perché non lo fa? Se non lo fa, è per coprire interessi personali o di qualche influente personaggio della Chiesa? Perché gettare nella mischia di quella vicenda che ha ancora molti lati oscuri anche papa Francesco, che di certo non fa il manager televisivo e non dovrebbe avere alcun collegamento con TV2000, canale che, tra l’altro non dipende direttamente dalla Santa Sede? A queste domande solo lo stesso Boffo può dare una risposta e c’è da augurarsi che lo faccia presto, per amore della verità.

Dino Boffo, veneto, classe 1952, è direttore di Avvenire dal 1994 al 2009, quando si dimette dopo una campagna di stampa avviata contro di lui da Vittorio Feltri, direttore del Giornale. L’anno successivo torna a lavorare per la Cei, assunto per dirigere TV2000. Nel 2014, però, a sorpresa, viene licenziato senza che sia data alcuna motivazione alla decisione. Boffo impugna il ricorso e viene riassunto con un contratto che prevede, come racconta l’Ansa, il pagamento dello stipendio fino al pensionamento, senza la necessità di svolgere alcun lavoro. Boffo è candidato alle elezioni regionali del 2015 in Veneto, con la lista Area Popolare, ma il risultato uscito dalle urne è molto deludente.

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