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Patriciello“Il caporalato agricolo è come una mafia, il principio regolatore è lo stesso”. Lo ha dichiarato, a margine di una conferenza sul tema “Noi non siamo Dio, la terra ci precede e ci è stata data”, da don Maurizio Patriciello, il coraggioso parroco campano anticamorra, guida della comunità San Paolo Apostolo di Caivano. L’ incontro si è tenuto a Bari, nella Cattedrale di San Sabino, nell’ambito della rassegna Notti Sacre.

Don Maurizio, il ministro per l’ agricoltura Martina ha detto che il caporalato va trattato alla stessa stregua della mafia, concorda?

“Il caporalato é come una mafia. Soggiace, fatte le proporzioni, alla stessa logica perversa. Vive delle necessità altrui e dello sfruttamento illecito delle risorse umane. Impone una ferrea legge del silenzio, perchè chi ha bisogno non denuncia lo sfruttatore”.

Questa estate le morti nelle campagne pugliesi hanno riportato l’ odioso fenomeno alla luce..

“Si fa il solito clamore quando corre il sangue, poi tutto torna come prima o quasi, nella ordinarietà. Un poco come sta accadendo oggi nelle strade di Napoli con la camorra che spara. Si strilla solo quando ci scappa il morto. Occorre un cadavere per parlare del problema”.

Che cosa fare per contrastare il fenomeno del caporalato?

“Io non ho la ricetta, magari la avessi. Tuttavia penso che occorra controllare con incisività i flussi dei prodotti agricoli e  mandare  con intensità ispettori nella campagne”.

Si è arrivati a sparare, nel foggiano, per dei meloni rubati..

“Chi spara per qualche anguria è un imbecille. Comunque questo fa parte della guerra tra poveri,tra un contadino esasperato e migranti nella miseria e alla fame”.

Nella conferenza, il sacerdote si è occupato della emergenza rifiuti  problema non solo campano, ma anche pugliese: “Quello dei rifiuti e loro smaltimento è una vera emergenza sociale e sanitaria. Ci troviamo davanti ad un grande inganno. Il nodo non è lo smaltimento dei rifiuti di casa o della nonna, ma quello dei prodotti di industrie non corrette. Il caso della auto tedesche costruite in barba al rispetto della salute lo dimostra. Esiste una tendenza alla frode per fare guadagni illeciti. Io non voglio giustificare la camorra, lungi da me. Però è comodo scaricare tutto sulla camorra, che è odiosa e va combattuta. Tuttavia, per i rifiuti, imprenditori disonesti la usano come strumento, ne sono complici e si avvalgono della sua azione”.

Bruno Volpe

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