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“Chiedo la forza della fede. Giovanni Paolo II mi benedisse”: il noto ed affermato regista televisivo Michele Guardì, firma di grandi successi, parla del suo rapporto con la fede e ricorda Giovanni Paolo II.

Dottor Guardì. Cominciamo da Giovanni Paolo II che lei ha conosciuto di persona. Che idea ne ha ricavato?

“Sono stato da lui e mi ha imposto le mani sul capo come benedizione. Pensi che ho  una bella foto che tengo gelosamente sul mio tavolo di lavoro. La sensazione che provai in quel momento fu intensa, di grande pace e di serenità. Il Papa infondeva coraggio, tranquillità, ma anche forza . Una vera iniezione spirituale e capii subito che avevo davanti a me una persona fuori dal normale. La Chiesa poi lo ha dichiarato santo, e non ha sbagliato”.

Lei è un grande regista della tv. Da un punto di vista televisivo, come era il Papa polacco?

“La sua, a mio parere era vera, autentica e sincera spontaneità. Ti diceva io sono uno di voi e voi parte della mia vita. Lo si vedeva da tante manifestazioni, come applaudiva o roteava il bastone con i giovani”.

All’inizio del pontificato disse di non aver paura, anzi di spalancare la porta a Cristo. Condivide?

“Il credente non deve avere paura della fede e tanto meno di manifestarla e quindi condivido pienamente quanto disse il Papa. Certamente non va imposta a chi non la ha, ma proposta con garbo e non abbiamo diritto di giudicare gli altri.  Ricordo che Andrea Camilleri, mio corregionale ed amico, si dichiarava ateo. Eppure a casa sua aveva una statua di San Calogero. Gli domandavo: come si giustifica San Calogero con il tuo essere ateo e rispondeva: a me San Calogero piace. Voglio dire che nessuno è totalmente privo di senso religioso”.

Che cosa pensa Guardì della fede?

“La trovo importante nella vita. Chi la ha, è benedetto. Io chiedo sempre al Signore la forza della fede, gli dico: confermami nella fede”.

Chi è Michele Guardì?

“Faccio parte del benestante mondo dello spettacolo, ma non mi sento un privilegiato, anche se ringrazio il Signore per quanto mi ha dato.  Anzi mi considero ancora un ex avvocato di  paese che ama l’ordine e la precisione e naturalmente lo spettacolo, se dignitoso e ben fatto”.

Bruno Volpe

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