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Cesare Mirabelli“La sola famiglia che l’ordinamento giuridico italiano contempla è quella tra uomo e donna uniti nel matrimonio. Le altre forme di unione che certamente meritano rispetto, non sono omologabili sotto il profilo del diritto al matrimonio”. Lo dice il professor Cesare Mirabelli, Presidente Emerito della Corte Costituzionale e Consigliere Generale per lo Stato Città del Vaticano, la carica laica maggiormente importante oltretevere. Col professor Mirabelli, La Fede Quotidiana parla di Giubileo, Vatileaks, ddl Cirinnà.

Professor Mirabelli, da poco è iniziato il Giubileo della misericordia proclamato dal Papa, che idea ne ha ricavato, da credente?

“La misericordia è il centro,  il fulcro del messaggio cristiano e trovo giusto, specie di questi tempi, che il Papa abbia voluto rimarcare e sottolineare la rilevanza di questa categoria, più che mai importante oggi. Il mondo, ovunque, ha bisogno di misericordia”.

Da giurista : come possiamo bilanciare giustizia e misericordia, vanno di pari passo?

“Queste due categorie marciano assieme, non sono contrapposte e vederle in conflitto è un errore di prospettiva. Penso alla pena detentiva. Secondo la Costituzione, questa ha finalità di rieducazione del condannato e non è vendetta dello Stato. Ogni detenuto ha pieno diritto, sempre, al rispetto della sua dignità, anche colui che sia stato  trovato  colpevole del delitto peggiore. Fatta questa premessa, doverosa, dico che la giustizia, privata della misericordia ha solo un inutile valore afflittivo, ma la misericordia senza giustizia rasenta il lassismo deteriore. Per  concedere il perdono e la misericordia è  necessario accertare il reale pentimento, la disponibilità al cambiamento di vita ed è anche giusto che chi ha sbagliato sconti la giusta pena”.

Caso Vatileaks , che cosa ne pensa?

“Per rispetto verso il mio ruolo non entro nel merito del processo e  occorre aspettare pazientemente la sentenza finale. Certo, da un punto di vista meramente etico sono perplesso”.

In caso di condanna, come andrà a finire specialmente per i due giornalisti?

“Lo ribadisco, aspettiamo  la sentenza. Ove arrivi una condanna a pena detentiva la soluzione potrebbe oscillare tra queste due varianti. O il Vaticano chiede la esecuzione nel suo territorio, o in adempimento del Trattato Lateranense fa istanza al governo italiano di  eseguire la pena nel territorio di quello stato.”

Potrebbe arrivare la grazia?

“In linea teorica sì, non la escludo”.

E’ stato detto che il sistema giuridico vaticano limita la difesa…

“Non è vero. Gli imputati sono al cospetto di un ottimo tribunale fatto da persone serie e competenti e il sistema vaticano garantisce appieno la difesa e il normale svolgimento delle udienze.  Non a caso alcune richieste delle difese sono state recentemente accolte e questo dimostra che non è un tribunale prevenuto e men che meno legato a visioni retrive del processo”.

Veniamo al ddl Cirinnà, quale idea si è fatto?

“La Corte Costituzionale ha sempre sottolineato la necessità di dare garanzie e diritti alle unioni tra persone dello stesso sesso ed anche a chi convive, ma questo non significa che siano assimilabili o meglio omologabili al matrimonio. La sola famiglia che il nostro ordinamento giuridico contempla è secondo l’ articolo 29 della Costituzione, quella fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna. Siamo nel rispetto della tradizione e direi del dato antropologico”.

Che dire della possibilità di adozione di bambini da parte di coppie dello stesso sesso?

“Non la trovo  una soluzione corretta in quanto il bambino ha tutto il diritto e l’interesse ad una genitorialità piena e completa fatta di una mamma donna e di un papà uomo. Non è una scelta saggia nell’interesse sia giuridico che sostanziale del bambino”.

Bruno Volpe

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