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foto_nuove_Generico_madonna-vergineIn una delle prediche di Avvento, il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa ha sostenuto, tra le molte cose, che spesso la mariologia ha esagerato nel  dare titoli a Maria, facendola diventare quasi insopportabile agli occhi dei  protestanti. Sempre Padre Cantalamessa, ha sostenuto che  Maria è stato onorata, specialmente dalla devozione popolare, in modo esagerato. Insomma, parole forti, sulle quali La Fede Quotidiana ha inteso ascoltare la posizione di un esperto mariologo, teologo e docente al Marianum, il professore e padre Salvatore Perrella, membro  della commissione pontificia su Medjugorje.

Padre Perrella, era al corrente della predica di Padre Raniero Cantalamessa?

“Ne ero al corrente. Pur stimando Cantalamessa, sul punto specifico non condivido . Anzi, senza alcun intento polemico, dico che Cantalamessa non ha alcuna competenza specifica.  Oggi in tanti si arrogano il diritto di parlare di Maria, ma pochi davvero la conoscono, la hanno studiata, letto e meditato le parole, studiato i documenti. Mi riferisco non solo ai comuni fedeli, ma anche a preti, vescovi, cardinali ed anche teologi famosi. ”

Davvero troppi titoli?

“Siamo davanti ad una affermazione sbagliata ed inesatta. I titoli a Maria sono arrivati  a seguito della devozione popolare che raramente si sbaglia e ha il  diritto al massimo rispetto. Poi questi titoli sono anche figli della saggezza della Chiesa e dunque qual è il motivo di scandalo ? Certamente Maria va inserita  in un quadro cristologico, trinitario, ed ecclesiale, per mezzo di lei si arriva al Padre  che è la primazia. Indubbiamente  anteporre, come qualche volta accade, Mari a Cristo è sbagliato, ma non cadiamo nell’eccesso opposto.La devozione popolare va sostenuta, ben diversa dagli eccessi popolani”.

Tanta devozione verso Maria risulta  di intralcio al dialogo con i protestanti?

“Ma finiamola con questa storia. Anche questa affermazione  è poco credibile e direi anche ingiusta. Gli abusi, su Maria, ci sono sempre stati. Ma è come chi ha bevuto vino in gioventù. Gli eccessi si verificano dappertutto. Ma questo non ci deve portare dalla parte opposta, alla negazione di Maria  o alla sua limitazione. Non facciamo di Maria un capro espiatorio dei nostri rapporti coi protestanti che per altro stupidi non sono. Occorre solo limitare per quanto possibile la insopportabile banalizzazione di Maria, ma senza percorrere sentieri sbagliati. A nessuno è data facoltà di prendere a calci Maria nel nome del dialogo “

I titoli di Maria, troppi?

“Le ripeto che questi titoli non sono figli o frutto di invenzione, ma ripondono alla devozione popolare e alla inculturazione e vanno rispetati. Penso alla Madonna delle Galline, che pure esiste. Qualche spirito snob potrebbe storcere il naso, ma quel titolo  ha una origine precisa e rispettata dalla gente. Chi censura a priori i titoli pecca di scarsa sensibilità verso i valori della fede popolare che certamente va educata per scongiurare aspetti non corretti  o esagerati”.

Maria corredentrice?

“Io penso che quel titolo non vada usato, perchè effettivamente potrebbe causare equivoci, anche se teologicamente non lo trovo sbagliato”.

Che dire di Maria, dunque?

“Che di lei mai dobbiamo essere stanchi o sazi. Maria e il suo amore non offendono nessuno e vnnoa oltre ogni ostacolo, figurarsi se Maria possa avvero essere di intralcio al dialogo. Oggi abbiamo bisogno tutti di tenerezza come dice il Papa e quale maggior esempio di tenerezza abbiamo che Maria? Insomma, a fare certe affermazioni, sia pur provenienti da dotti esponenti non rende giustizia a Maria “.

Bruno Volpe

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