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CharamsaLa Fede Quotidiana ha intervistato monsignor Jozef Wrobel, vescovo ausiliare di Lublino.

Eccellenza, il Papa, nel corso della Giornata Mondiale della Gioventù, ha detto ai vescovi polacchi che verso i migranti bisogna usare accoglienza, che ne pensa?

” Certamente occorre essere, da cristiani, sempre caritatevoli senza alcun distinguo basato sulla etnia. Tuttavia, ricordo che la stessa dottrina sociale della Chiesa afferma, in accordo alla Scrittura, che la carità è a cerchi concentrici, parte dai vicini per arrivare ai lontani. E allora nell’ ordine di carità, io devo pensare prima di tutto ai poveri della mia casa e dopo ai lontani. Nel fare accoglienza non bastano dichiarazioni di generica disponibilità, ma saggezza e concretezza”.

Che cosa significa?

” Che per dare degna accoglienza bisogna che la nazione ospitante abbia reali opportunità di lavoro da offrire, se il mercato è saturo dove è in grado di  collocare chi arriva? E allora si corre il rischio di lasciare in balia di sè stessi i migranti e allo stesso tempo di  rendere difficile la vita ai locali. Molto meglio aiutarli a casa loro ricordando che ciascun  popolo ha il diritto a vivere dove è nato. L’ accoglienza sia sempre prudente e mai demagogica, chi ci assicura inoltre che tra tanti migranti non si nascondano anche terroristi? Fare entrare tutti non è possibile”.

Qual è la sua opinione sulla iniziativa di  aprire a titolo simbolico le  Chiese  cattoliche durante la messa ai musulmani?

“Io stesso sono stato ed ho partecipato ad incontri  interreligiosi,  in Chiesa o moschea e dunque non sono contrario a tali iniziative. Però fare partecipare i musulmani alla messa non è permesso prima che dal buonsenso, dalle norme liturgiche e dalle regole della Congregazione per il Culto Divino che vanno rispettate, si  scandalizzano i fedeli che vedono confusione. Per quanto mi riguarda non permetterei una cosa simile, la messa è una cosa seria  e riguarda i cattolici”.

Il teologo Charamsa nel suo libro la Prima Pietra ha pesantemente criticato la Chiesa polacca…

” Le affermazioni di quel signore sono ridicole. Ha scritto il libro per giustificare la sua posizione personale e solo per pubblicità: aveva programmato tutto, altro che sfogo e liberazione. Non è solo un attacco alla Chiesa della Polonia, ma alla Chiesa in genere, viene da uno che è malato di protagonismo e diciamolo: non è definibile teologo. Non è teologo chi sostiene cose contrarie alla Verità e alla dottrina, molto meglio pregare per lui”.

Bruno Volpe

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