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Rosario PrioreIl giudice Rosario Priore, uno che di complotti si intende avendo indagato su casi scottanti e spesso misteriosi (Ustica ed anche Orlandi), ha una sua precisa opinione sulla pubblicazione da parte  del Quotidiano Nazionale del presunto tumore benigno del Papa, della esternazione del teologo polacco gay Charamsa e della pubblicazione della lettera dei cardinali sui temi sinodali . Per il dottor Priore è chiaro: “Non è affatto un complotto, tanto meno ne possiamo parlare giuridicamente. Manca qualsivoglia elemento probatorio. Ma poi, che nesso di causalità possiamo trovare tra i tre accadimenti?”.

Invece, nella stampa e nel clero, si è parlato di complotto ai danni del Papa…

“Non condivido affatto. Per parlare di complotto, che è un fatto ben preciso, occorre che sia dimostrata una serie specifica di atti ed elementi  realizzati da qualcuno per colpire nel fisico o nella personalità un soggetto. Ora qua non riesco proprio a vedere in che cosa si sia realizzato questo presunto complotto. Il tumore del quale  si è parlato, per altro, era benigno, non influente sulle capacità di ragionare del Papa. Avrei compreso se il giornalista avesse scritto di una malattia come la demenza senile , magari si poteva capire il perché di una manovra simile, ma col tumore benigno no”.

E allora?

” Al massimo, possiamo parlare di svista giornalistica, una violazione indebita nella privacy del papa…”.

In ogni caso, chi potrebbe avere interesse a tramare contro il Papa?

“Premesso, le ripeto, che escludo per mancanza di prove la storia del complotto,  non reggerebbe un processo neppure per cinque minuti , si potrebbe pensare ad una lotta intestina. Ad esempio uno schieramento ostile alle aperture del papa su alcuni temi caldi. Nella storia secolare della Chiesa queste lotte sono sempre avvenute specialmente nei momenti topici e prima di decisioni calde, ma ogni ipotesi è lecita”.

Quale?

“Per esempio, che  esponenti dell’ ala progressista possano aver voluto inscenare questa storia per poi screditare quelli di sensibilità opposta.  E’ un fatto che si può leggere in due direzioni”.

Dunque nessun complotto?

“Nessuno. Lo dimostra il fatto che nessuna Procura della Repubblica è intervenuta, giudicando il fatto inconsistente. Ritengo che tuttavia, per fare chiarezza e rasserenare gli animi, chi ha pubblicato quella notizia bene farebbe a pubblicare i il materiale che ha, se lo ha, o faccia ammenda”.

Anche contro Ratzinger si scatenò una serie di  atti per lo meno sospetti, furti e documenti pubblicati…

“Probabilmente anzi senza il probabilmente, il caso allora fu molto più plateale e grave con la sottrazione di documenti del Papa e pubblicazione. In quel caso non ricordo, però, reazioni di stampa e clero tanto furibonde come oggi.”

Insomma, niente complotto?

“Assolutamente no. Usare quella parola non mi pare  serio”.

Bruno Volpe

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