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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DL GIORNO: domenica 5 Maggio 2019

Terza domenica di Pasqua

Il commovente brano del Vangelo, che ci mette in cammino verso la festa di Pentecoste, ci fa considerare la tenerezza e l’affetto di Gesù per i suoi amici, in una modalità inconcepibile e insperata per loro. Troviamo il dialogo tra Gesù Risorto e Pietro. Un dialogo che ci stupisce, come ha dovuto stupire Pietro, che nei giorni della Passione aveva tradito il Singore. E oggi Lui stesso, risorto, gli appare e gli chiede per tre volte: “Simone di Giovanni, mi ami?“.  Gesù vuole rialzare Pietro dal rimorso del tradimento di quei giorni della sua passione. Non pensa “sono morto e risorto: adesso basta, Pietro capirà“. No! Gesù non premette che Pietro sia vinto dallo sconforto, non permette che i suoi amici tornino alla stessa vita di prima, perché sa che l’amore di Dio ha inciso qualcosa nel cuore di questi uomini. Ecco allora cosa ci mostra il Vangelo in questa terza domenica di Pasqua: quando l’amore incide qualcosa nella nostra esistenza, noi non possiamo vivere come se non fosse successo nulla! Quando siamo stati battezzati, non è possibile tornare indietro: il battesimo ci marchia, ci sigilla nell’amore di Cristo. Alcuni giovani, anche qualcuno che porto nelle mie preghiere, chiedono di sbattezzarsi: chissà quanto dolore è nei loro cuori! E però non sanno che in profondità l’identità cristiana non si cancella più! Perché il battesimo è questione di Colui che ci ha amati per primo e ci ha scelti dall’eternità, non è un semplice pezzo di carta! E se pure questi giovani credono che lo sia, la Chiesa, che è la loro madre, sa che tutti siamo figli di Dio. E amiamo questi giovani, con la preghiera, con l’annuncio gioioso della nostra fede! Anche loro, come l’apostolo Pietro e come noi, hanno bisogno che Gesù stesso  vada loro incontro e dica loro: “mi ami tu, più di costoro?“. Non c’è spazio per la disperazione, perchè sappiamo che l’amore di Dio è eterno e resta in noi, in eterno. Ma come facciamo a riconoscere l’amore di Dio in noi, come possiamo accorgerci che amiamo davvero? Lo dice oggi Gesù a Pietro,e a tutti noi: “un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi“. Ecco: sapremo con certezza che stiamo amando e che l’amore ha messo radici nella nostra vita, solo quando ci renderemo conto che non siamo più noi i padroni della nostra vita. Preghiamo allora oggi lo Spirito che ci conduca a  incontrare davvero Gesù Risorto con tutta la sua tenerezza e la sua misericordia, come l’ha incontrato Pietro! Perché ciascuno di noi, nella sua condizione di vita e secondo la misura della sua fede,  possa essere inviato, come Pietro, a pascere le pecorelle del Signore. Ascolta il Vangelo:

Gv 21,1-19

In quel tempo, quando si fu manifestato ai discepoli ed essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?” Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi ami?” Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti amo”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni, mi ami?” Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi ami?, e gli disse: “Signore, tu sai tutto; tu sai che ti amo”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle. In verità, in verità ti dico: quando eri più giovane ti cingevi la veste da solo, e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti cingerà la veste e ti porterà dove tu non vuoi”. Questo gli disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E detto questo aggiunse: “Seguimi”.

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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