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IL VANGELO DEL GIORNO: Martedì 26 novembre 2019 

Lc 21,5-11 

In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio e delle belle pietre e dei doni votivi che lo adornavano, Gesù disse: “Verranno giorni in cui, di tutto quello che ammirate, non resterà pietra su pietra che non venga distrutta”. Gli domandarono: “Maestro, quando accadrà questo e quale sarà il segno che ciò sta per compiersi?” Rispose: “Guardate di non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: ‘‘Sono io’’ e: ‘‘Il tempo è prossimo’’; non seguiteli. Quando sentirete parlare di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate. Devono infatti accadere prima queste cose, ma non sarà subito la fine”. Poi disse loro: “Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo”.

Con il vangelo di oggi cominciamo a meditare come inizia nel Vangelo il lungo discorso discorso di Gesù sul quando e sul come avviene la distruzione del Tempio, un discorso che nei suoi toni e nelle forme letterarie che vengono utilizzate, possiamo definire “apocalittico”. Tutto ha inizio, lo vediamo nel testo, dalla profezia della distruzione del tempio che Gesù pronuncia all’udire gli elogi della bellezza di quella struttura costruita appositamente per onorare e pregare Dio. Sembra come se il Signore volesse far prendere coscienza ai suoi contemporanei, ma forse oggi anche a noi, di come facciamo presto a elogiare la bellezza esterire delle cose che ci siamo costruite anche con sacrifici oppure anche delle volte con una certa superficialità ci soffermiamo addirittura a mantenere la bellezza esteriore della nostra stessa persona, facciamo sacrifici per questo, senza occuparci di curare le ferite, gli atteggiamenti aggressivi e le chiusure che mettiamo dentro di noi all’accoglienza dell’altro e al dono di sè. E così in realtà l’avvio del discorso apocalittico che parla di distruzione e violenza, ce ne accorgiamo subito, è generato da questa incapacità a contemplare la bellezza di ciò che siamo nel modo giusto, con occhi giusti, che non si appropiano con avidità delle cose, delle realtà create e quindi in certi casi anche delle persone, ma sanno penetrare nel cuore di tutte le cose e lì scorgere Dio, la Sua Bellezza. L’uso insano della libertà umana che non mette Dio al di sopra di tutto, rovina l’essere umano con tutto ciò che lo circonda. Di questo ci mette in guardia Gesù in questo inizio di settimana, attraverso il Vangelo. Allora oggi mettiamoci davanti a Dio almeno tre minuti dopo aver ascoltato questo commento e cerchiamo di vedere con occhi nuovi la bellezza di Dio nelle cose belle che abbiamo o che ci siamo guadagnati con sacrificio. Onoriamo Dio semplicemente ammirando la Sua bellezza, ma non quella dei nostri meriti, come facevano questi contemporaneti di Gesù, ma proprio la Bellezza di Dio che si riversa in tutto ciò che siamo e che facciamo. Preghiamo: “Ti supplichiamo, Padre, di darci i tuoi occhi per vedere come tu vedi il mondo, gli uomini, la nostra vita, il nostro essere amici, il nostro amare. Donaci i tuoi occhi per vedere che tu cammini con noi, al nostro fianco; Donaci di ascoltare la tua voce che parla di gioia in mezzo al dolore e di speranza a chi è triste e solo. Donaci, o Padre, occhi per vedere e un cuore per amare. Amen ” 

 

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