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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.

Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO: domenica 19 Maggio 2019

Quinta domenica di Pasqua

Il brano proposto per questa V domenica di Pasqua è situato nel contesto dell’ultima cena. Siamo nel contesto della Pasqua, in questo evento centrale del dono della vita di Gesù per noi, in cui il Vangelo ci indica gli  elementi fondamentali per la vita cristiana che ci è stata impressa nell’anima, con il battesimo. Il brano si compone di pochi versetti, ma risulta abbastanza complesso. Lo possiamo suddividere in tre parti: la prima parte ci parla di glorificazione, la seconda parte apre il discorso di addio che Gesù pronuncia per i suoi discepoli; la terza ci presenta la consegna di Gesù di un comandamento nuovo. Glorificazione, che Giovanni lega alla Passione e alla croce; distanza umana di Gesù, che porta la presenza dello Spirito Santo vivificatore; e infine il richiamo alla nostra responsabilità nel vivere l’amore fraterno, reciproco, che permette allo Spirito Santo di rendere viva la potenza divina di Gesù nella Chiesa e nell’umanità. Nel testo notiamo che per cinque volte si ripete il verbo glorificare, che ha valore sia per il passato, per il futuro quello prossimo e definitivo. Viene indicato dunque la glorificazione di Gesù nella Passione, nella Risurrezione e nel compimento finale, escatologico, di tutto l’universo in Cristo. Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui, dice Gesù. Il Vangelo indica la glorificazione  in relazione diretta con la morte, ma Gesù dice che, Dio ha rivelato anche la propria gloria attraverso la Risurrezione. Con la risurrezione, quindi, Gesù stesso acquista una gloria che permettere il fatto che attraverso di Lui, tutti i credenti, partecipino alla vita stessa di Dio. Gesù infatti si rivolge ai suoi discepoli come un padre che, sul punto di morire, ha riunito i suoi figli per consegnare loro il testamento. Ce lo testimonia il termine greco che viene usato nel testo: teknia, figlioli (letteralmente ancora più affettuoso: “figlioletti“, usato solo qui nel vangelo, ma di frequente nella prima lettera di Giovanni.) Questo atteggiamento di Gesù ci introduce tutti, in questa quinta domenica di Pasqua, a una situazione nuova: siamo chiamati a continuare l’amicizia con Gesù Risorto attraverso una fede profonda, che non si appoggia alla sicurezza di un al di là che è lontano da noi, ma che penetra nel mistero del Figlio di Dio che ci ha amati fino a morire e risorgere. C’è dunque una relazione tra l’amore fraterno e la fede nella glorificazione di Cristo. Il Signore Gesù oggi ci dona un comandamento che mette in relazione glorificazione e amore fraterno. Gesù ci dice: “Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. “ Questo “come“, che in greco si dice  “kathos” e che in questo testo, più che il senso di similitudine ha un senso che potremmo dire “di origine“, ci mostra che la relazione tra glorificazione di Dio e amore fraterno è l’amore del Figlio per noi che genera in noi un movimento di carità, movimento che ci coinvolge, ci riunisce in un unico corpo e ci rende contagiosi. Allora buona quinta domenica di Pasqua! Ascoltiamo le bellissime parole di Gesù:

Gv 13,31-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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