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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.

Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO: Pasqua di Risurrezione

Venerdì 26 Aprile 2019

Il Vangelo di oggi, quarto giorno dell’ottava di Pasqua, è ambientato in Galilea. Gesù Risorto aveva inviato le donne a riferire che avrebbe preceduti i discepoli in Galilea e dunque sarebbero dovuti tornare sulle rive di quel lago, il luogo in cui tutto cominciò per loro. Ecco dunque che sulle rive di questo lago, oggi troviamo Pietro che, tornato a casa, decide di riprendere la vita di prima, da pescatore. Con lui, anche Tommaso, Natanaele, Giovanni e Giacomo si imbarcano per tornare a pescare. In realtà , tornati in Galilea, i discepoli cercano di tornare alla vita del passato come se non fosse successo nulla. Quante volte anche noi non vogliamo neppure sentir parlare di alcuni eventi della nostra vita passati, forse perchè ci fanno soffrire?..Eppure noi siamo sempre quello che siamo già stati. Il futuro, invece, possiamo anticiparlo, ma solo per fede! E così quella notte non avevano preso neppure un pesce. Appare loro Gesù sulla spiaggia e chiede: “Figlioli, avete qualcosa da mangiare?” Risposero: “No!”, una risposta lapidaria, sicuramente perché, come conferma il vangelo, non lo riconoscono. Però forse la scontrosità della risposta ha cominciato a mostrare loro che non era più possibile tornare indietro come se non fosse successo nulla: Gesù aveva cambiato loro la vita già da quando li aveva chiamati ad essere pescatori di uomini! E accade che i pescatori di uomini obbediscono ad un forestiero che aveva ordinato loro una cosa che probabilmente non avevano mai fatto nella vita: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. Quando tutto sembra inutile, e invece è proprio lì che il Risorto viene a stupirci, superando ogni nostra attesa. Questo brusco passaggio dal niente al tutto è un segno dell’amore di un Dio che sorprende, che eccede! Perciò, quella rete piena di pesci, è il segno della Pasqua, proprio come segni erano state nel sepolcro le bende per terra e il sudario piegato in un luogo a parte, e pure lo stesso sepolcro vuoto. Ora, la Pasqua genera sempre un movimento: il discepolo amato dice “E’ il Signore”; Pietro si getta in acqua per raggiungere più in fretta Gesù; gli altri discepoli lo seguono in barca, con la rete piena di pesci, finché, giunti a terra, vedono Gesù che ha la delicatezza di preparare loro qualcosa da mangiare. Così, anche l’evangelista Giovanni evoca l’eucaristia: “Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro”, perché la Presenza del Risorto possiamo trovarla nell’eucaristia. Oggi dunque siamo davanti a un brano che, più che un’apparizione di Gesù risorto, viene ad essere il racconto della resurrezione dei discepoli. Il passaggio dalla notte al mattino, e dalle tenebre alla luce, è accompagnato da un passaggio fondamentale per entrare nella vera Pasqua: quello dall’ignoranza alla conoscenza di Gesù. Chiediamo allora oggi di conoscere davvero il Risorto e anche noi, come i discepoli,  possiamo risorgere a vita nuova. Buona Pasqua!

Gv 21, 1-14

In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: “Io vado a pescare”. Gli dissero: “Veniamo anche noi con te”. Allora uscirono e salirono sulla barca; ma in quella notte non presero nulla. Quando già era l’alba Gesù si presentò sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: “Figlioli, non avete nulla da mangiare?” Gli risposero: “No”. Allora disse loro: “Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete”. La gettarono e non potevano più tirarla su per la gran quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: “È il Signore!” Simon Pietro appena udì che era il Signore, si cinse ai fianchi la sopravveste, poiché era spogliato, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: infatti non erano lontani da terra se non un centinaio di metri. Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: “Portate un po’ del pesce che avete preso or ora”. Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si spezzò. Gesù disse loro: “Venite a mangiare”. E nessuno dei discepoli osava domandargli: “Chi sei?”, poiché sapevano bene che era il Signore. Allora Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede a loro, e così pure il pesce. Questa era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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