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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.

Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO: venerdì 22 marzo 2019

Nel vangelo che oggi la liturgia ci propone, Gesù racconta una parabola che ricalca le vicende della sua passione: un padrone che ha cura della sua vigna, affida ai vignaioli la gestione del raccolto. Giunto il tempo dei frutti, invia dei servi ai vignaioli, ma questi, spinti dall’avidità, uccidono i servi. Così il padrone invia suo figlio, pensando che almeno lui lo rispettassero, invece i vignaioli uccisero anche il figlio! Ci viene da chiederci: Perché questi vignaioli non hanno accolto i servi e poi hanno perfino ucciso  il figlio del padrone? Perché non amavano la vigna! La loro attenzione era concentrata solo sul profitto che la vigna poteva assicurare loro. Sapendo questo, non è difficile capire che in fondo Gesù, attraverso questa parabola, ci mostra la storia dell’umanità, che non sentendosi responsabile della vigna, asseconda la propria avidità, uccide i profeti, e arriva fino ad uccidere il Figlio di Dio. Ecco allora che, da questa parabola, appare ben comprensibile come la responsabilità, a cui ogni essere umano è chiamato per vocazione dalla vita stessa, di fatto, dipenda dalla capacità di prendere a cuore qualcosa o qualcuno, di portare con amore le persone più dei loro servizi o delle loro qualità. Possiamo dire che ogni giorno Dio, assieme alla vita, ci affida la responsabilità delle persone, e di tutto il creato. Il problema è che noi non arriveremo mai ad assumere delle responsabilità se non amiamo, se qualcosa o qualcuno non ci diventa caro! E’ così: arriviamo ad assumere veramente la responsabilità di una famiglia, per esempio, solo se amiamo davvero, solo se per determinate persone siamo disposti a perdere! Di fronte a questa parabola che oggi Gesù ci racconta, chiediamoci: come amministro il mio tempo, le mie qualità, i miei talenti, le mie ricchezze? Sono capace di gestire qualcosa soltanto perché la amo, con gratuità, senza che per forza ne debba ricavare un interesse? Sono pronto a perdere per custodire qualcosa o qualcuno che amo? In questo tempo che ci sta guidando alla Pasqua, innamoriamoci di più della vita che ci circonda e prendiamo a cuore la vigna del Signore, che non è altro che la vita in cui siamo immersi! E’ in questa vita che, ogni anno, veniamo generati alla fede attraverso la celebrazione della Pasqua. Preoccupiamoci, allora, di amare ciò che Dio ama. E preghiamo insieme: “Che in questo giorno, o Signore, accogliendo in ogni istante il tuo amore, possiamo gustare la gioia che viene dal donarci con gratuità a Te, amando la vigna che tu ami, servendola e curandone gli operai che tu hai scelto. Facci camminare insieme, a passi lieti, verso la Pasqua!”  Buona giornata!

Mt 21, 33-43. 45-46

In quel tempo, Gesù disse ai principi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: “Ascoltate un’altra parabola: C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?”. Gli rispondono: “Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo”. E Gesù disse loro: “Non avete mai letto nelle Scritture: ‘‘La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri’’? Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare”. Udite queste parabole, i sommi sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro e cercavano di catturarlo; ma avevano paura della folla che lo considerava un profeta.

 

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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