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“Guardo la diretta della manifestazione dell’ANPI di Porta San Paolo. Gli organizzatori ricordano Tina Costa, storica partigiana recentemente scomparsa, di cui campeggia una grande foto sul palco. Grande rispetto. Io però mi ricordo anche che Tina Costa si prestò come mascotte dell’ultimo Gay Pride a Roma, mettendosi a capo della cosiddetta ‘Brigata Arcobaleno’. Sono anni ormai che l’ANPI bolla come “fascista” qualsiasi evento organizzato in Italia per la tutela della vita e della famiglia (costituzionalmente intesa, peraltro), arrivando ad aderire in forze alla contro-manifestazione di Verona”, ha scritto su Facebook Filippo Savarese, Direttore delle Campagne della Fondazione CitizenGO Italia.

“Non posso quindi non chiedermi: ma il 25 aprile l’ANPI festeggia una memoria storica collettiva o reclama un processo di liberazione contro ‘fascismi’ ogni volta reinventati e riadattati alle esigenze politiche e ideologiche del momento? La locandina del Gay Pride con Tina Costa lo dice chiaramente: ‘la liberazione continua’. Cioè: le battaglie del movimento arcobaleno – in primis l’utero in affitto – vorrebbero porsi in diretta continuità storica con quelle del movimento di liberazione nazionale dal nazi-fascismo. Ergo, seguendo questa logica perversa, chi come noi si batte per la vita, la famiglia e la libertà educativa è interprete contemporaneo di quel nazi-fascismo da cui l’Italia va, oggi come allora, liberata. Il che suona ridicolo, se si pensa al fatto che ogni totalitarismo, per sua stessa essenza, ha sempre tentato di controllare e manipolare proprio la vita, la famiglia e la libertà educativa”, ha aggiunto Savarese.

“Non dubito nemmeno un po’ che questa sia esattamente l’opinione dominante tra chi oggi è in piazza a Roma: molti, se solo potessero, ci fucilerebbero appesi a testa in giù. Non è difficile capire allora perché il 25 aprile continui e continuerà sempre ad essere data così divisiva. Perché non mettiamo mai un punto, non siamo capaci di fare memoria del passato accettando che sia ciò che è: passato. Non significa che vale di meno, anzi. Il 25 aprile è Storia, e come Storia va commemorata, nella sua affascinante complessità. Per molti, per troppi, il 25 aprile non è Storia: è una cornice ideologica sulla base della quale reinterpretare la realtà corrente. È come la sceneggiatura di una piece teatrale in eterno riadattamento. Chi fa oggi i fascisti? I pro-vita. E i partigiani, chi li fa? Facile, la ‘Brigata Arcobaleno’. E via così, traducendo di generazione in generazione la dinamica della inestinguibile ‘lotta di classe’. Sempre in trincea. Perché in molti, in troppi, sono stati educati alla guerriglia permanente contro il Nemico onnipresente. E, ora come sempre, non sanno più come si vive fuori da una trincea. Eterno riposo per Tina Costa, e un po’ di pace anche per noi”, ha concluso Savarese.

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