“Chiesa trattata peggio del cibo da asporto e delle sale da gioco . La Cei si faccia sentire”: lo sfogo è di don Laurent Cabantous, parroco di Cervia commentando l’ ultimo decreto del Presidente Conte che ancora una volta penalizza le chiese e concede il minimo sindacale con le ” cerimonie” (pessimo termine non appropriato che tradisce poca conoscenza della materia) funebri. Detto per inciso, il credente deve certamente obbedire alla legge dell’uomo, ma se questa è contrario alla legge di Dio, allora deve disattenderla.
Don Cabantous, ancora un niet per le messe con popolo…
“Sono seriamente addolorato ed amareggiato. La Chiesa è stata trattata peggio delle sale giochi e del cibo d’ asporto”.
Ma secondo Conte questa scelta è stata concordata con la Cei…
“Da verificare. In ogni caso ritengo che a questo punto la Cei debba farsi sentire, non possiamo andare avanti in questo modo. Conte ignora che la messa funebre ha la stessa natura di quella domenicale, allora perché uno sì e l’ altra no? Lo ribadisco: è arrivato il momento che la Cei si faccia sentire”.
Messe senza popolo che senso hanno?
“Sia ben chiaro che la messa ha valore anche senza fedeli in quanto l’elemento fondamentale è il sacrificio. Valorosi cardinali del passato, martiri e prigionieri, la hanno celebrata applicandola a tutti per il suo valore universale. Però per un parroco è importante avere il contatto col suo popolo al quale deve amministrare il pane eucaristico, ricordando che senza Domenica non possiamo stare”.
I partigiani hanno celebrato in strada il 25 Aprile…
“Due pesi e due misure. Però io non me prendo con i partigiani che hanno fatto valere le loro ragioni. Evidentemente per il Governo il contagio laico è meno pericoloso di quello della Chiesa. Il problema complessivo è di una Europa ormai scristianizzata che non ha voluto percepire e riconoscere le sue radici ed origini e ha rimosso la sua identità. In quanto a Conte spero nello Spirito Santo che è più forte di lui”.
Carabinieri nella parrocchia a Cremona: la sua idea?
“Un inaccettabile abuso di potere. A Parigi le autorità di polizia si sono scusate, mi auguro che qui avvenga lo stesso”.
Bruno Volpe