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Babilonia la grande, il mescolamento di razze e culture e le “parole magiche”

Melting pot (tradotto come “crogiolo”, “calderone”) è l’espressione che si usa per indicare quel tipo di società che vive e permette la commistione di elementi di origini eterogenee diversi (etnici, religiosi ecc.), con il risultato di costruire una identità condivisa”.

L’espressione riferita principalmente agli USA,“è anche uno dei nomignoli della città di New York, in ragione del fatto che una caratteristica della metropoli è la convivenza, seppur spesso in condizioni e luoghi diversi, di persone di culture tra loro molto diverse, come in un grosso calderone”(https://it.wikipedia.org/wiki/Melting_pot).

America, New York, ecco un primo passo verso “Babilonia la grande”, di cui parla l’Apocalisse. Il mescolamento di razze e culture in Europa procede a marce forzate.

In Inghilterra c’è un esercito di pakistani e altri musulmani, che hanno tante moschee e oltre cento tribunali islamici con la sharia per legge; a Londra vi è un sindaco musulmano. A Rotterdam, primo porto d’Europa, il nome più comune è Mohammed. In Germania vi sono oltre quattro milioni di turchi e in Francia oltre cinque milioni di algerini, tunisini e maghebrini.

In Italia, oltre agli islamici (marocchini, subsahariani, nigeriani, ecc.), vi sono albanesi, rumeni, filippini, moldavi, ucraini, polacchi, cinesi. Lingue, popoli, culture, religioni molto diverse, costretti a stare nelle stesse città e territori, a vivere e lavorare insieme.

Data la prevalenza numerica degli islamici e la loro forte identità religiosa, Oriana Fallaci parlava di Eurabia, prevedendo la fusione delle culture prevalenti, a favore di una saldatura quanto mai innaturale ed eterogenea tra l’Europa figlia della cultura classica greco-romana, ebraico-cristiana, germanica e slava con quella araba, coranica, maomettana. Un altro grande passo verso “Babilonia la grande”.

La capillare, inarrestabile, pervadente diffusione della cultura mediatica e digitale, tramite radio, tv, internet, cellulari, i-pad, film, foto, spettacoli, eventi culturali, turismo, musei multimediali, unita ai ritmi di vita esagitata, conflittuale, frantumata, alienata della maggior parte della popolazione è un altro fattore potente, generatore di caos e isolamento.

Vi sono in Italia cinque milioni di single; in Danimarca raggiungono ormai la metà della popolazione. Lo sfascio della famiglia (conflitti, divisioni, separazioni, divorzi, aborti, bassa natalità, convivenze, “pillole”, utero in affitto, nozze gay, famiglie a spezzoni, figli senza padre, figli con due padri o madri, ecc.) sono un altro potente passo verso “Babilonia la grande”, che si va estendendo su tutta la terra.

Se si aggiungono le guerre commerciali e militari, il fiorire e il diffondersi della criminalità organizzata (‘ndrangheta, camorra, Sacra Corona unita, le varie “mafie”, ecc.), lo spionaggio industriale, il commercio di droga anche sintetica, l’inquinamento ambientale, l’accumulo di immense quantità di rifiuti, il “riscaldamento globale”, i duecentocinquanta milioni di migranti su tutta la terra in cerca di patria e dignità, il proliferare degli arsenali nucleari, il terrorismo di matrice islamica, l’inceppamento della giustizia, le politiche fallimentari, la supremazia finanziaria e bancaria, il predominio dei “poteri forti” noti o nascosti, che fanno il bello o il cattivo tempo, siamo pienamente arrivati in Babilonia.

Problema: come fare ad intendersi in tale congerie di popoli, razze, culture, pretese, ambizioni, leggi, tribunali del tutto diversi tra di loro? È possibile una convivenza non conflittuale, una intesa di massima, un pensiero comune, una identità condivisa?

Francamente ci sembra di no. Una via ci sarebbe: il Cristo e l’evangelizzazione. Ma è subito da scartare, perché non bisogna fare proseliti. E allora? Ci vuole una cosa che tutti apprezzano e vogliono: il denaro. Basta controllare il denaro alla fonte e al consumo spicciolo. Col denaro tutte le porte si aprono e tutti i passi si dirigono ai beni desiderati. Ma questo è troppo materiale.

Ci vuole qualcos’altro che sia più spirituale e da tutti accettato. Non una religione qualunque; anzi queste si devono mettere in condizione di non prevalere l’una sull’altra e di coesistere con le altre. Ci vuole un po’ di magia. E il gioco è fatto. Quali le parole magiche? Eccole: “Accoglienza”, “Dialogo”, “Pace”, “Poveri”, “Amore”. Forse ce ne sono altre, ma queste già bastano.

Tutti accettano il dialogo e tutti vogliono la pace. Chi non vuole l’amore? Chi non vuole aiutare i poveri? Se qualcuno fa muri all’accoglienza è un sovranista pericoloso, un nemico del genere umano, perche ormai il mondo è un “villaggio globale”, e la patria di tutti è una sola: la “Madre Terra”, che tutti ci nutre e ci rigenera. Ci spiace per Cristo, che era venuto con tanti buoni propositi. Ma ormai è lontano e qui non c’è posto per Lui. Sì, come a Betlemme due mila anni fa. C’è solo una piccola differenza: allora regnava Roma e la pax romana dava pace e civiltà sulla terra. Ora regna Babilonia, “Babilonia la grande”.

Eppure c’è speranza di uscire da Babilonia per gli eletti, da “Babilonia la grande” per il piccolo resto d’Israele. Isaia annunzia: “Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati” (Is 40,1-2). E Sofonia: “Rallégrati, figlia di Sion, grida di gioia, Israele,esulta e acclama con tutto il cuore,figlia di Gerusalemme!Il Signore ha revocato la tua condanna,ha disperso il tuo nemico.Re d’Israele è il Signore in mezzo a te,tu non temerai più alcuna sventura. In quel giorno si dirà a Gerusalemme:“Non temere, Sion, non lasciarti cadere le braccia! Il Signore, tuo Dio, in mezzo a te è un salvatore potente. Gioirà per te,ti rinnoverà con il suo amore,esulterà per te con grida di gioia” (Sof 3,14-17).

Credo in Cristo e non nella magia, non voglio la Madre Terra, ma la Beata Vergine Maria. Ma questa è un’altra storia.

P. G. T.

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