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La Fede Quotidiana ospita il breve commento del giovane teologo Matteo Orlando* alle liturgie (Liturgia delle Ore e Liturgia della Parola) di oggi, 2 Marzo 2018.

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Nel venerdì della II settimana di Quaresima la Chiesa ci ricorda nel Vangelo (Matteo 21,33-43.45) che Dio, padre buono, ha messo a fondamento della sua Chiesa suo Figlio Gesù Cristo nostro Signore, la pietra scartata dagli uomini. La parabola dei vignaioli assassini ci fa comprendere come Gesù soffra particolarmente quando è ripudiato dai pastori del popolo. I malvagi saranno perduti; il Signore consegnerà la sua vigna ad altri, che gli daranno i frutti a suo tempo.

La figura di Giuseppe, venduto dai suoi fratelli, ricordato nella Prima Lettura (Genesi 37,3-4.12-13.17-28), mette in luce la ferita che colpisce il cuore di tutti gli uomini dopo peccato originale e che ostacola il sorgere dei sentimenti fraterni.

Nella seconda lettura dell’Ufficio delle Letture il santo vescovo Ireneo, nel suo Trattato Contro le eresie, libro IV, ci ricorda che Dio ha predisposto, «per mezzo del decalogo, l’uomo alla sua amicizia e alla concordia con il prossimo».

Come è accaduto nella vita dei beati (Carlo il Buono, Arnolfo II di Villers) e dei santi (María De Los Ángeles Guerrero González, Girolamo Carmelo di Savoia, Agnese di Boemia, Quinto il taumaturgo, Troade, Chad di Lichfield, Lorgio, Prospero di Como, Luca Casali da Nicosia) che ricordiamo questo due Marzo.

 

*Matteo Orlando, laurea in Giurisprudenza e Licenza in Teologia Spirituale, è giornalista pubblicista e autore dei volumi Faithbook: La fede cattolica nel tempo dei conigli e Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi.

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