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“Positivo il bilancio del Motu Proprio di Benedetto XVI sulla messa antica. Rito straordinario non significa eccezionale e non è un museo. Fraternità  Sacerdotale San Pio X, siamo a buon punto.” Lo afferma in questa  intervista a Le Fede Quotidiana l’ arcivescovo Guido Pozzo, Segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei.

Eccellenza, sono dieci anni dal Motu Proprio di Benedetto XVI sulla messa antica, il bilancio?

“Positivo. Occorre rendere grazie al Papa Emerito per quell’atto. Egli volle ridonare alla Chiesa la forma antica, in un tempo che era ed è ancora segnato da crisi liturgica ed eucaristica, caratterizzato dall’ oscuramento della verità e della stessa maestà di Dio”.

Che cosa vuole dire?

” Vado al Concilio di Trento che non è  passato di moda ed è attuale. Bisogna ricordare che cosa diceva quel concilio sulla celebrazione della messa. Occorre usare ogni impegno affinché la liturgia sia celebrata con atteggiamenti di devozione e di pietà, evitando improvvisazioni. Certamente non bisogna mettere in contrapposizione  i due riti”.

Dopo il Motu Proprio vi fu una certa opposizione dentro la Chiesa…

” Vero, una opposizione che fonda le sue radici in quel filone di pensiero scaturito dopo il Vaticano II, malintesi che hanno portato  più attenzione sulle attività sociali e sulla creatività liturgica. Un orientamento che ha pensato di leggere il Concilio come rottura e invece bisogna leggerlo nella ermenuetica della continuità. Sembra che il fare sia la cosa più importante e questo oscura il mistero. Ricordo che siamo in pericolo quando si oscura Dio  e il suo primato, anche nella liturgia. Il mondo attuale è triste perché colpito   da relativismo, secolarismo, edonismo e in alcuni casi persino nella predicazione di uomini di Chiesa non si parla molto di peccato e di penitenza, arrivando persino ad affermare che tutte le religioni sono uguali, cosa che non è vera. In quanto alla opposizione al Motu Proprio è stata ed è di natura ideologica, teologica ed anche liturgica, un rifiuto a priori. Ricordiamo che forma straordinaria  non significa eccezionale o rara, ma  speciale e che non è un museo, anzi è attuale, molto attuale. Tanti giovani si stanno avvicinando ad essa e ne apprezzano la bellezza, il suo senso del sacro e del divino”.

Lei è Segretario di Ecclesia Dei, che si occupa anche del rapporto con la Fraternità  Sacerdotale San PIo X,  come stanno le cose?

” Siamo a buon punto e speriamo  che questo cammino possa andare in porto anche se non ci sono scadenze di tempo. Al momento ci sono questioni ancora aperte e da risolvere sul piano  dottrinale e sarebbe azzardato pretendere di definirle subito. In ogni caso questo va fatto nel solco del Magistero della Chiesa”.

Bruno Volpe

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