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Davvero un bel libro, un romanzo da leggere e gustare. Parliamo di”Io mi chiamo Joseph” (Ares editrice), firmato dalla nota dottoressa- scrittrice Silvana De Mari. Come dicevamo, è un romanzo, gradevole, che tratta senza retorica da tromboni e senza scivolare nel solito stucchevole buonismo, il delicato tema dell’immigrazione e quello altrettanto serio delle persecuzioni contro i cristiani in alcune nazioni come la Nigeria a forte presenza islamica.

Silvana De Mari non è affatto nuova a produzione letteraria, tuttavia questa volta si supera per sapienza ed equilibrio, certamente per  uno stile fluido. Il libro  racconta l’ avventuroso arrivo qui da noi di Joseph, ragazzo di 14 anni nigeriano, cristiano, sopravvissuto nella sua nazione ad un massacro anti cristiano. Passa la trafila di molti dei suoi coetanei tra difficoltà e disadattamento, imbattendosi nella rete degli sfruttatori ( ecco un altro tema: lo schiavismo, coloro che sui migranti fanno quattrini, una miniera per disonesti). Abbiamo intervistato l’ autrice.

De Mari, qual è  l’ argomento del suo romanzo?

” Racconta la storia di un giovane di 14 anni, nigeriano cristiano, scampato ad un massacro. Non vi meravigliate, io ho sempre scritto romanzi. Questa volta ho cercato di cimentarmi con lo spinoso tema delle persecuzioni ai cristiani che si intreccia con quello migratorio”.

Perchè?

” Dei massacri contro i cristiani, specie in terre di islam, si parla poco. Pare non facciano notizia e non mi sembra che trovino grande spazio nei giornali e media”.

E la Chiesa cattolica ?

” Subisce  e diciamolo pure, protegge e tutela sin troppo gli immigrati Mi aspetterei maggior impegno”.

Va bene, ma  che cosa potrebbe fare la Chiesa cattolica?

” Oltre a dire come stanno le cose, potrebbe per esempio destinare risorse alle popolazioni cristiane perseguitate. I mezzi finanziari li ha, eccome”.

Asia Bibi. Dopo la sua liberazione, si aspettava da Papa Francesco qualche parola all’ Angelus?

” No. La cosa mi è sembrata scontata. Da lui in questa direzione non mi aspetto niente”.

Magari può essere che sotterraneamente abbia lavorato la diplomazia della Santa Sede…

” Non ne ho idea, auguriamoci sia stato così”.

Chi è il suo Joseph?

” Una vittima delle persecuzioni, come tante”.

Bruno Volpe

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