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“Attraverso i giornali ho la percezione di un problema serio, che ha al suo cuore i bambini. E quando si tratta di bambini, si tratta evidentemente della realtà più significativa, più preziosa ed importante, oserei dire quasi divina, che abbiamo nella nostra realtà sociali e a cui deve essere prestata una attenzione somma. E mi sembra che in taluni casi, per quello che posso capire dai giornali, questa attenzione somma non solo non ci sia stata, ma ci sia stata anche e addirittura una prevaricazione ideologica. E cioè i bambini sono stati usati per e in nome di un progetto ideologico”.

Così ha dichiarato, a Radio Vaticana Italia, monsignor Massimo Camisasca, vescovo di Reggio-Emilia, la diocesi su cui territorio sono avvenuti i gravissimi fatti di Bibbiano, lo scandalo che ha riguardato i servizi sociali e le associazioni che tutelano i minori dagli abusi che, a quanto pare dalle prime indagini, hanno praticato abusi e violenze sia a Bibbiano che altrove.

Intervistato da Fabio Colagrande, il prelato prudentemente ha spiegato che “naturalmente tutto questo è da dimostrare, la magistratura ha tutto il mio apprezzamento per il lavoro che sta facendo e che immagino sarà ancora lungo. Purtroppo, tutto quello che filtra ci induce a pensare che qualcosa di grave sia avvenuto, e questo più che dividerci in posizioni e fazioni politiche, deve invece unirci nell’attenzione verso i bambini”.

Secondo l’arcivescovo “la gente è preoccupata perché non ha punti di riferimento, non sa dove attingere per capire cosa è successo e cosa sta dietro a ciò che è successo. Naturalmente la gente non deve essere strumentalizzata, e questa paura non deve diventare una ragione per sobillare anche una rivolta politica. Piuttosto, invece, io vedo che tutti dobbiamo farci carico di questa situazione grave, una situazione provocata dalle ideologie anti-familistiche che sono il retroterra di tutto ciò che è avvenuto”.

Monsignor Camisasca ha spiegato che “la realtà delle famiglie è una realtà fragile ma si è voluto ulteriormente infragilirla, creando le famiglie accanto alla famiglia, e quindi togliendo alla famiglia il sostegno che essa deve avere come realtà umana, e quindi come realtà che può essere percorsa da un’infinità di fragilità ed errori. Esistono delle famiglie ‘bacate’, ma anche – grazie a Dio – un numero enorme di famiglie preziose, in cui i bambini vengono alla luce – perché c’è anche un gravissimo problema demografico –, e poi sono accolti, anche se sono affetti dalla sindrome di Down o se si trovano in difficoltà, e poi vengono educati e rappresentano una benedizione. In queste famiglie la crescita dei figli è segnata da problemi, difficoltà e delusioni però è una crescita in avanti. Tutto questo, laddove viene messo in discussione, naturalmente, indebolisce il rapporto genitori-figli”.

Dopo aver spiegato che in Italia “ci sono migliaia e migliaia di realtà associate che si occupano di bambini in affido e in accoglienza, quindi c’è tutta una realtà molto positiva, sia di origine cattolica sia di origine laica che va sostenuta, va difesa e non va demonizzata”, il vescovo di Reggio Emilia ha detto che “c’è bisogno di guardare bene dentro alla realtà delle associazioni di psicologi e di assistenti sociali perché svolgano in modo saggio il loro lavoro”.

In merito al rischio di strumentalizzazione politica della vicenda Bibbiano, monsignor Camisasca ha spiegato che “nel nostro Paese si strumentalizza tutto, tutto diventa una ragione per sostenere o abbattere un governo, per accusare o per difendere il tale e talaltro partito, il tale e talaltro personaggio… Dobbiamo assolutamente prescindere, uscire da questa logica. Dobbiamo piuttosto preoccuparci dei trend culturali e dei trend ideologici, che naturalmente attraversano anche i partiti, ma che determinano direttamente questa visione sbagliata della famiglia, dei rapporti fra genitori e figli e della necessità di “punire” la famiglia quando invece andrebbe sostenuta, aiutata e appoggiata”.

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