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Da oggi, lunedì 21 maggio, l’Italia è coperta da messaggi portati da camion vela che ricorderanno in 100 Province una verità scomoda: con l’aborto muore sempre almeno un essere umano (il figlio non voluto di una mamma).

“La legalizzazione consente, tutela e moltiplica questa pratica, al 100% mortale!”, scrive ProVita onlus che, in collaborazione con molteplici associazioni e sostenitori diffusi su tutto il territorio nazionale, ha promosso la campagna anti aborto. “Per la ricorrenza dei 40 anni della legge sull’aborto, da settimane articoli, comunicati, appelli e lettere ai parlamentari sono infarciti di falsi dati, che dovrebbero tranquillizzare sulla riduzione del numero degli aborti in Italia. Purtroppo non è affatto vero: fu esagerato il numero degli aborti clandestini (dichiarato prima della legalizzazione nel 1978), e nella sbandierata diminuzione non si tiene conto del crollo della fertilità in Italia, così pure del forte utilizzo delle varie pillole abortive”.

I camion vela e i manifesti di ProVita, dislocati in 100 Province italiane, lanciano messaggi diversi. Da “Non sono un fatto politico, non sono un’invenzione della Chiesa. Sono un bambino, guardami”, a quelli già presenti nei maxi manifesti affissi in molte città italiane, come risposta all’assurda censura del sindaco di Roma, Virginia Raggi: “Tu eri così a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito”.

Ci sono cartelloni con l’immagine di un bambino, non di un grumo di cellule. Immagini forti, solo perché ritraggono la realtà, ignorata o falsificata: un essere umano è già formato a nemmeno tre mesi di vita”.

E per chi vuole dimenticare le alternative possibili all’ aborto, altri camion vela e manifesti ricordano: “Mamma, non ti pentirai di avermi avuto…E se proprio non puoi tenermi con te, dammi in adozione, fammi vivere!”.

La più grande campagna pro life di ProVita vuole così essere in difesa dei bambini, che hanno il diritto di vivere. E in difesa delle donne, che per una scelta tragica, per quelle morti assurde, ingiuste, possono patire conseguenze fisiche e psichiche senza che la legge obblighi medici, consultori, ospedali a informarle adeguatamente.

La campagna sarà presentata alla conferenza stampa di domani 22 maggio «La legge sull’ aborto in Italia a 40 anni dalla sua introduzione. Bilancio e valutazioni», nella Sala stampa della Camera dei deputati, alle ore 10.

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