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La procura di Torino ha chiesto l’archiviazione dalle accuse di discriminazione per la dottoressa Silvana De Mari, sessantaquattrenne medico e saggista d’origine casertana, che era stata denunciata dal Torino Pride e dal Comune del capoluogo piemontese dopo che aveva dichiarato: “L’omosessualità è una malattia, non è una condizione normale. Io ho tre specialità: psicoterapia, medicina e chirurgia: sono 40 anni che curo le persone omosessuali”. Dopo le indagini la procura ha chiesto l’archiviazione delle accuse nei confronti del medico, assistita dall’avvocato Mauro Ronco, perché il reato di discriminazione non è contestabile in quando la dottoressa De Mari “si rivolgeva a una pluralità indiscriminata di persone” e “non c’è uno specifico soggetto destinatario delle offese”. Dopo le dichiarazioni della dottoressa, anche l’Ordine dei medici aveva avviato un’istruttoria per valutare l’eventuale radiazione.

 

La De Mari era stata intervistata dalla trasmissione radiofonica La Zanzara (su Radio 24) dove aveva parlato dei “danni che creerebbe all’organismo” l’omosessualità. Dopo il suo intervento sono partiti gli esposti ma sono state tante anche le posizioni a sostegno della dottoressa, in particolare sui social network e da parte cattolica. Gli avvocati del Torino Pride si sono opposti all’archiviazione. Il gup deciderà nei prossimi giorni.

La De Mari, dopo la laura in medicina all’Università di Torino, si è specializzata in chirurgia generale ed endoscopia dell’apparato digerente e in psicologia cognitiva. Ha esercitato come chirurgo presso gli ospedali piemontesi San Luigi di Orbassano e Santa Croce di Moncalieri, e in Etiopia all’ospedale di Bushulo.

 

3 pensiero su “Cadono le accuse di omofobia per la dottoressa De Mari che aveva detto: “L’omosessualità è una malattia””
  1. Ma le valutazioni dell’omosessualita, come fenomeno psicofisico, non dovrebbero essere oggetto di dibattito scientifico e non di giudizio giuridico?

    1. In questo blog ebbi a fare una volta una domanda di carattere scientifico e chiesi:”Se un prete si rompe un gamba o a una broncopolmonite che cosa fà,dove deve andare?”,ebbene le risposte univoche furono:”DEVE PREGARE!”,se è questo il livello della discussione,mi spiace per te Renato ma in questo luogo Galileo Galilei lo hanno già processato,condannato a morte e hanno pure eseguito la sentenza!!! PS:E questo offende gravemente IDDIO che ci ha dato l’intelligenza!!! (potete cestinare quanto volete davanti agli uomini,ma sappiate che in Cielo viene tutto REDATTO!)-Veritas in caritate….

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