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Il 3 febbraio, il primo ministro belga, Charles Michel, ha lanciato una minaccia per i paesi del Gruppo di Visegrad (Slovacchia, Ungheria, Polonia e Repubblica Ceca) sulle quote di immigrati. Il premier ungherese ha risposto. Michel aveva detto al quotidiano belga Le Soir: «in assenza di un consenso, useremo le maggioranze qualificate alla fine del primo semestre per decidere senza di loro». La reazione non si è fatta aspettare. Viktor Orbán, primo ministro ungherese e attuale presidente del Gruppo Visegrad, ha risposto all’ultimatum di Michel attraverso un video sottotitolato in inglese pubblicato sulla sua pagina Facebook in cui afferma: «non possiamo arrenderci all’estorsione. Per noi, l’Ungheria viene prima di tutto. Combatteremo contro coloro che vogliono cambiare l’identità cristiana dell’Ungheria e dell’Europa». In una conferenza stampa congiunta tenutasi a Bratislava con il Segretario di Stato per gli Affari Esteri della Slovacchia, Ivan Korčok, il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, ha espresso preoccupazione per i 27 attacchi terroristici perpetrati di recente da migranti in Europa mentre, riferendosi a Bruxelles, Korčok ha detto che non permetteranno ancora una volta di «votare sulle nostre teste». Viktor Mihály Orbán (classe 1963) è il Primo ministro dell’Ungheria dal 2010 (lo è stato precedentemente tra il 1998 e il 2002). Leader del partito Fidesz-Unione civica ungherese, Orbán si è dichiarato pronto a «liberarsi dai dogmi e dall’ideologia occidentale europea» e da tempo ha allacciato più stretti legami con l’Asia e la Russia di Putin.

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