“Sembra che oggi vada avanti il cosiddetto pensiero unico. È come se da cristiani e credenti non avessimo il diritto di parlare e di difendere la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna. Spesso, se lo facciamo, veniamo tacciati di omofobia”. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Matera-Irsina, mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, durante la “Festa di Avvenire” parlando di “Famiglia, giovani e lavoro”.

“Sappiamo benissimo che la famiglia è una cellula primaria della società, se gli stessi giovani si trovano in difficoltà oggi è perché probabilmente all’interno della loro famiglia non trovano quel clima di serenità, pace e gioia che permette loro di esprimere quello che desiderano”, ha spiegato.

Secondo mons. Caiazzo, questa è la conseguenza della mancanza di ascolto: “Il rischio è spesso di parlare dei giovani, ma senza parlare ai giovani. A volte diamo giudizi azzardati senza pensare cosa vivono dentro di loro, c’è un mondo che a noi sfugge. Oggi quegli stessi giovani sono condizionati anche dall’impossibilità di trovare nella nostra terra non solo un lavoro che li gratifichi, ma che li faccia sentire protagonisti in una società che abbia bisogno del loro apporto, del loro contributo”. (SIR)