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Un inquietante Cristo con il compasso in mano annuncia una conferenza sul riavvicinamento tra Chiesa e massoneria, dal titolo “Chiesa e massoneria, così vicini così lontani?“, che si terrà, il prossimo 12 novembre, in Sicilia, a Siracusa. Oltre a dei Gran maestri e a dei maestri venerabili, dalla locandina apprendiamo che interverranno un Vescovo, quello di Noto, Antonio Staglianò e un importante sacerdote dell’Arcidiocesi di Siracusa, monsignor Maurizio Aliotta.

Monsignor Staglianò è noto alle cronache per il suo interesse per la musica nelle catechesi. Nel novembre 2013, durante una catechesi in una chiesa della diocesi, ha cantato la celebre canzone “Io vagabondo (che non sono altro)” dei Nomadi. Il 22 marzo 2015, durante l’omelia nella celebrazione del sacramento della Confermazione ai ragazzi della parrocchia di Scicli, ha citato alcune canzoni di Noemi e di Marco Mengoni, suscitando interesse e consenso, ma anche critiche. L’11 maggio 2015, durante un incontro con giovani e non a Modica, ha suonato la chitarra, cantando una canzone di Edoardo Bennato. Sempre durante lo stesso incontro, ha poi cantato la celebre canzone “La cura” di Franco Battiato e fatto meditare i presenti sulle note della canzone di Giovanni Caccamo, vincitore delle Nuove Proposte del Festival di Sanremo quell’anno. Monsignor Maurizio Aliotta, nato nel 1954 a Palazzolo Acreide (SR) è Preside dello Studio Teologico S. Paolo di Catania (dall’8 settembre 2014) ed è stato membro del Consiglio di Presidenza dell’Associazione Teologica Italiana (dal 1995 al 2007) e Segretario nazionale dell’Associazione Teologica Italiana (dal 2004 al 2007).

 

Sono  numerosissime le critiche che stanno arrivando sul web ai due chierici e molti si augurano che i due non partecipino all’iniziativa ricordando che  la CONGREGAZIONE PER LA DOTTRINA DELLA FEDE nel documento INCONCILIABILITÀ TRA FEDE CRISTIANA E MASSONERIA scrive che il giudizio negativo sulle associazioni massoniche da parte della Chiesa è «ispirato da molteplici ragioni, pratiche e dottrinali. Essa non ha giudicato la massoneria responsabile soltanto di attività sovversiva nei suoi confronti [… ma] ha denunciato nella Massoneria idee filosofiche e concezioni morali opposte alla dottrina cattolica». La forza relativizzante della massoneria, «per la sua stessa logica intrinseca ha in sé la capacità di trasformare la struttura dell’atto di fede in modo così radicale da non essere accettabile da parte di un cristiano».

 

3 pensiero su “Un vescovo e un importante sacerdote parteciperanno ad un incontro sul “riavvicinamento” tra Chiesa e massoneria”
  1. E’ un confronto e la Chiesa (rappresentata dai due ottimi e non sprovveduti suoi membri) non si tira indietro, spiegherà anzi perché essere nella Massoneria comporta la scomunica automatica. La loro malafede si vede già nella locandina (una preghiera per loro, ne hanno bisogno; se sapessero cosa li aspetta se muoiono impenitenti!)

  2. Come detto sopra,il problema o l’insidia in se non è partecipare a un dibattito,ma di quale ‘visione’ si è portatori,se i chierici saranno portatori di Gesù Cristo essi non avranno fatto nulla che non sia il ‘minimo’ sindacale chiesto da Gesù,coloro che sono in buona fede e di cuore ‘puro’ saranno nel tempo illuminati nella loro coscienza direttamente dallo Spirito Santo.Gesù non nega mai a nessuno la conoscenza della Verità,….purchè,prendendosene pienamente la responasabilità,se ne accetti anche l’onere che ciò comporta…(a buon intenditor poche parole)

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