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“Dio è meritocratico- Manuale per la salvaguardia della fede cattolica” (edito per Giubilei Regnani) è la nuova e molto interessante fatica letteraria del banchiere ed economista, ex presidente dello Ior,  vicino alla Opus Dei, Ettore Gotti Tedeschi. Il volume, brioso ed elegante, rappresenta uno scorrevole vademecum per mantenere intatta la fede cattolica. La Fede Quotidiana ha intervistato Ettore Gotti Tedeschi.

Dottor Gotti Tedeschi, qual è lo scopo di questo libro?

“ In un certo senso, lo dice lo stesso titolo. Oggi esiste una specie di luteranesimo strisciante , si pensa che l’ uomo possa ottenere la salvezza  indipendentemente dalle sue opere, ma così non è, almeno in ottica cattolica. La vita eterna si raggiunge con i meriti, le opere cambiano la nostra storia personale e invece noto una preoccupante tendenza a separare le opere dalla fede, con un eccesso di misericordismo a buon mercato. Nessuno certamente pone in discussione e in dubbio la misericordia che salva, ma occorre mettere anche l’ accento sul senso del peccato, sulla giustizia e le opere. Ecco, Dio è meritocratico perchè guarda ai nostri meriti, nelle opere”.

La Chiesa forse potrebbe parlare maggiormente dei novissimi…

“Giusto. Pensi a Scalfari. Il Papa, a suo dire, afferma che  a conti fatti non esiste l’Inferno. Siamo davanti ad una conclusione cattolicamente inaccettabile, se vera. Ecco, mi sarei aspettato quanto meno una precisazione dal Vaticano. Effettivamente di Inferno e Paradiso si parla poco”.

Lei è uno dei firmatari della recente lettera documento di filiale correzione al Papa. E’ considerabile come atto di ostilità?

“Assolutamente no e lo si può leggere alla pagina tredici del documento che non è affatto un atto di accusa o di ostilità al Papa. Il grande male di questo tempo è la caduta dei valori e  lo smarrimento della divisione tra bene e male, tra lecito e illecito, il relativismo. Penso che certe reazioni scomposte o velenose verso i firmatari  abbiano aumentato l’attenzione verso il documento e il dissenso, danneggiando proprio il Papa, che non ha bisogno di questi soccorsi. Concordo con chi autorevolmente ritiene che oggi la Chiesa vive un momento di confusione. Sono confusi tanti cattolici semplici e di base, ma anche i vertici, non tutti.  Però esistono anche molti santi sacerdoti, forse la maggioranza, che  svolgono degnamente il loro compito. Ma non parlano o hanno paura,  sono prudenti. Ma come diceva San Josè Maria Escrivà, talvolta la prudenza camuffa la viltà”.

Rosario in Polonia, che idea ne ha ricavato?

“ Che la Polonia è un faro di dignità. I polacchi non accettano la globalizzazione che  impone ai singoli governi leggi e costumi inadeguati alla loro sensibilità e  tradizione, in questo caso norme  in contrasto con i valori non negoziabili per i credenti cattolici.   Quel rosario, che considero un evento  storico, dimostra che i polacchi hanno ribadito di non volere rinunciare alla propria sovranità e al cedimento  sui valori non negoziabili. Hanno detto che la vera indipendenza è morale. Polonia? Altro che Catalogna”.

Bruno Volpe

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