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di Maria Alessandra Varone

Ho da poco scoperto che il filosofo tedesco Friedrich Wilhelm Joseph von Schelling, uno dei tre grandi esponenti dell’idealismo tedesco, nell’ultima fase del suo pensiero era praticamente cattolico, anche se, secondo me, un cambio di rotta era presente già in opere precedenti. Sono venuta a conoscenza della cosa approfondendo le letture di un suo grandissimo interprete, nonché raffinatissimo conoscitore dell’idealismo e teologo gesuita, Xavier Tilliette.

La cosa che mi lascia sgomenta non è non aver saputo questa particolarità schellinghiana, ma il rendermi conto di non conoscerlo affatto pur avendolo incontrato molto spesso nei miei studi, seppur di sfuggita.

In effetti, la suggestione manualistica, lasciata dal liceo, che si ha di Schelling, è quella di un esteta panteista da non prendere troppo sul serio, quando in realtà è veramente un gigante.

Il potere dell’abitudine non va mai sottostimato, come Maine de Biran insegna.

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