Ti è piaciuto? Condividi!

Roberto Formigoni «La mia fede ha avuto dubbi, tentazioni, cali di tensione, come è normale che capiti per ogni cristiano (e perfino per i Santi). Ma la fede è un dono e chi ce l’ha donata ci da sempre la via per riprendere il cammino. Per me è sempre di grande aiuto la vita della comunità cui appartengo, il sostegno degli amici, soprattutto il vedere come tantissime persone (madri o padri di famiglia, anziani, giovani) vivono la fede in maniera cristallina, gioiosa, condivisa con altri». Il senatore dell’NCD Roberto Formigoni, parla così della sua spiritualità in esclusiva per i lettori de LA FEDE QUOTIDIANA.

Sessantotto anni, di Lecco, già Presidente della Regione Lombardia, in questa XVII Legislatura è senatore del partito di Alfano, che governa nella coalizione di maggioranza di centro-sinistra (l’NCD è un alleato del PD del segretario-premier Renzi) e, dal 7 maggio 2013, presidente della 9ª Commissione permanente (Agricoltura e Produzione Agroalimentare) del Senato della Repubblica.

Dopo l’incontro con don Luigi Giussani è entrato in Comunione e Liberazione per poi diventarne un Memor Domini a soli 23 anni. Può raccontarci come vive la sua dimensione di fede all’interno di questa realtà ecclesiale?

«Don Giussani ha insegnato a me e ad intere generazioni di giovani, e meno giovani, la dimensione entusiasmante della fede cristiana. Il cristiano non è, e non può essere, un uomo spaventato dal mondo, che si rinchiude su se stesso o che vive in modo individualistico. Al contrario la fede è comunione, condivisione con gli altri. E anzitutto il cristianesimo è accorgersi che Dio ci ama per primo, e continua ad amarci nonostante tutto quello che noi possiamo fare nei suoi confronti, continua ad amarci nonostante i  nostri tradimenti e le nostre infedeltà, ci sostiene in ogni istante. L’importante per il cristiano non è non peccare mai (il giusto pecca 70 volte 7) ma accettare che quando siamo caduti c’è Lui che ci prende per mano e ci rialza».

Come sono nate le altre sue vocazioni (quella giornalistica e quella politica)?

«Son diventato giornalista, mi sono dedicato alla politica per un grande interesse a comunicare nel miglior modo possibile la vita e la bellezza della comunità cristiana e per poterla servire aiutandone la crescita. La politica è la forma più alta di carità, come ci insegna la dottrina sociale cristiana. Fare politica seriamente significa essere costantemente in rapporto con la gente, tanta gente, tantissima gente. Devi essere disposto ad un impegno a 360 gradi, a non aver più giorni liberi o tempo per te».

La politica della Chiesa, diceva Pio XI, è la politica del Padre Nostro; la politica dei cattolici dovrebbe essere animata dalla dottrina sociale della Chiesa basata sul Vangelo. C’è riuscito negli anni?

«Direi proprio di si. Soprattutto nei miei 18 anni di Presidente della Regione Lombardia. La Lombardia è diventata la Regione della sussidiarietà, in cui il primato è stato riconosciuto e attribuito alla persona, e a ciò che dalla persona nasce: famiglia, aggregazioni sociali… Abbiamo chiamato le famiglie ad essere protagoniste della nostra politica, a scegliere loro in maniera totalmente libera l’utilizzo per i fondi per il welfare. Abbiamo introdotto il buono scuola per dare riconoscimento completo alla libertà di educazione e per proclamare in maniera chiara che il diritto di educare spetta ai genitori e non allo Stato. Abbiamo istituito il fondo NASKO per aiutare economicamente le donne che avevano scelto di abortire per motivi economici ma sceglievano di rinunciarci. Così sono nati oltre 4.000 bimbi altrimenti destinati a non nascere mai. Abbiamo costruito una sanità che non solo è la migliore d’Italia ed una delle migliori d’Europa (secondo le classifiche internazionali), che non solo è la meno costosa, ma che da al cittadino il diritto di scegliere in piena libertà come dove e da chi farsi curare. Inoltre abbiamo permesso ai più poveri di farsi ricoverare gratuitamente nei più prestigiosi ospedali privati, prima riservati ai più ricchi ecc. ecc.».

Lei ha fatto una tesi sugli studi giovanili di Marx. Il comunismo è stato (ed è) la più grande menzogna degli ultimi due secoli. Come mai questa ideologia, almeno in Italia, non si è ancora disfatta o non è stata ancora dimenticata?

«Gli italiani sono maestri nel conservare, nel prolungare il peggio: in Francia il “sessantotto”, che lì era nato, è durato 3 mesi, da noi 20 anni. Il marxismo, ormai tramontato praticamente in tutto il mondo (perfino in Cina) sopravvive per alcuni aspetti ancora da noi. Va anche sottolineato che i comunisti italiani sono stati molto bravi ad occupare e occuparsi di scuola, università, cultura, cinema, teatro: e questo sia utilizzando la potenza del partito sia utilizzando lo spirito di sacrificio di molti loro militanti».

Secondo lei il potere della Massoneria è ancora grande?

«Certamente si, come anche il potere di molti altri poteri della grande finanza, della ideologia gay e gender, che mirano a stravolgere la concezione autentica dell’uomo e della famiglia».

Bernard, commediografo francese, alla domanda se preferisse andare all’inferno o in paradiso, rispose: “All’inferno c’è più società”. Come vede lei il Paradiso e l’Inferno?

«Il Paradiso è l’esaltazione e il compimento di tutto ciò che di più bello esiste oggi sulla terra. Pensate a qualcosa che vi piace, a qualunque cosa che vi piaccia, moltiplicatela per cento o per mille, quello è il Paradiso. L’inferno è l’opposto».

A quali, dei libri che ha letto (a parte la Bibbia), è più legato?

«I libri di Don Giussani ma anche quelli di Bernanos, di Peguy, Guardini. E suggerisco sempre la lettura di Pinocchio secondo l’interpretazione del Vescovo Giacomo Biffi».

La sua opinione, con risposte brevi, per domande importanti:

L’indissolubilità del matrimonio ha ancora un senso?

«Si».

Il valore della vita sin dal concepimento è ancora un valore?

«Si».

La libertà dei privati di fare scuola esiste ancora?

«Solo teoricamente, se non c’è un aiuto economico dello Stato non esiste».

Il matrimonio tra gay è legittimo giuridicamente e moralmente o pensa ad altre soluzioni?

«Il matrimonio gay è escluso dalla stessa legge italiana come il Consiglio di Stato ha ben sottolineato pochi giorni fa».

Affiderebbe un bambino a coppie gay?

«No, perché il diritto fondamentale di un bambino è crescere con un padre ed una madre».

Matteo Orlando

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.