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I corpi dei 21 cristiani uccisi dallo Stato islamico in Libia nel 2015, dopo che avevano rifiutato di convertirsi all’islam, sono stati ritrovati il 6 ottobre scorso, nei pressi della città di Sirte, all’interno di una fossa comune. Il governo di unità nazionale libico ha spiegato che i corpi sono di «20 uomini di nazionalità egiziana e un uomo africano» e «sono stati ritrovati grazie alle confessioni dei jihadisti e dei membri dell’Isis fatti prigionieri durante la cattura di Sirte». Adesso i corpi sono stati inviati a Misurata per ulteriori esami. I 21 uomini, tutti decapitati con le mani legate dietro la schiena, da subito erano stati proclamati martiri dalla Chiesa ortodossa copta e i loro nomi erano stati inseriti nel Sinassario copto (e festeggiati ogni 15 febbraio). Anba Macarius, vescovo copto-ortodosso di Minya, il governatorato egiziano da cui proveniva la maggior parte dei 21 cristiani sgozzati dai jihadisti, a Tempi aveva spiegato che si era trattato del «più grande caso di martirio cristiano del nostro tempo» e che lo shock dei loro familiari si era presto trasformato «in senso di orgoglio. Certo, il senso umano di perdita, e il modo in cui li hanno persi, continua a pesare su di loro» ma hanno realizzato «che i loro familiari erano cristiani coraggiosi, che al pari degli altri martiri non hanno rinnegato la loro fede». In un video diffuso dall’Isis si vedeva che i cristiani pronunciavano il nome di Gesù Cristo prima di essere decapitati. «Pronunciando il nome di Gesù Cristo prima di essere uccisi, hanno confermato di essere morti da cristiani, in nome della loro fede e fedeli fino all’ultimo secondo. Così hanno meritato il Regno dei cieli, come sta scritto nell’Apocalisse: “Sii fedele fino alla morte e ti darò la corona della vita”», ha dichiarato il vescovo. Il presidente Abdel Fattah Al-Sisi in seguito aveva promesso che farà costruire una chiesa in onore dei martiri. E i lavoro, in effetti, sono già cominciati. «Sa che questo significa molto per i copti e li rallegra, soprattutto perché costruire una chiesa è una delle cose più difficili per le leggi attuali. Quando l’annuncio è stato fatto la gente presente al memoriale per le vittime ha applaudito a lungo perché sa che costruire una chiesa è la cosa più grande che si possa fare, dal momento che rimane immortale e serve la vita di molti, ma anche perché è la Chiesa a preparare i martiri». Anche Papa Francesco aveva chiamato martiri i 21 copti. «Anche la Chiesa cattolica onora i martiri e crede nella loro intercessione. C’è un dialogo continuo tra le nostre due chiese per quanto riguarda le cose che abbiamo in comune. Siamo in ottimi rapporti», ha concluso Macarius.

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