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Gli auguri per i 90 anni della Radio Vaticana, sono arrivati al prefetto Paolo Ruffini e al Dicastero per la Comunicazione della Santa Sede da tutto il mondo e in tutti i modi, dalla lettera cartacea al tweet. L’arcivescovo maggiore Kyiv-Halyč Sviatoslav Shevchuk, guida della Chiesa greco-cattolica ucraina, ricorda che l’emittente pontificia ha avuto un ruolo importante “ai tempi della persecuzione comunista” per i fedeli della sua Chiesa, che “trovavano il sostegno spirituale e la comunione con la Chiesa universale nell’ascolto delle frequenze della Radio Vaticana in lingua ucraina”. E definisce “davvero impressionante” il cammino percorso dalla “radio del Papa” in questi 90 anni, durante i quali “la Parola del Signore è annunciata in ogni angolo del pianeta, la voce del Vangelo è ascoltata in 41 lingue e il messaggio cristiano arriva a diversi popoli del mondo”.

L’arcivescovo Raphael Minassian, ordinario della Chiesa armeno cattolica dell’Armenia, Russia, Ukraina, Georgia e dell’Europa Orientale, definisce Radio Vaticana una “voce di verità autorevole nel mondo”. E si congratula per il lancio delle web radio, “dove anche la redazione armena, di cui ho fatto parte negli anni degli esordi, continua a dare il suo prezioso contributo nel diffondere il messaggio evangelico nel mondo e fungere da ponte tra la Chiesa universale e le Chiese armene disperse in tutte le parti del mondo”.

Il vescovo nigeriano Emmanuel Adetoyese Badejo, presidente del Comitato episcopale panafricano per la comunicazione, a nome del Secam, il Simposio delle Conferenze Episcopali di Africa e Madagascar, sottolinea che in questi 90 anni la Chiesa africana ha goduto di prima mano dei servizi di questo “gioiello di comunicazione pastorale ed evangelizzazione” per più di settant’anni. Durante i quali non solo la voce e le azioni dei Papi, della Chiesa universale e delle Chiese negli altri continenti sono stati trasmessi a milioni di africani, ma anche “la voce e le esperienze della Chiesa in Africa sono arrivate al pubblico di tutto il mondo”. Una collaborazione che continua ogni giorno.

Auguri e congratulazioni sono arrivati anche da molte ambasciate presso la Santa Sede. Ricordiamo quella degli Stati Uniti d’America, dell’Italia e della Francia, che parlano del primo radiomessaggio di Papa Pio XI nel 1931, e i francesi ringraziano anche “di far arrivare ai popoli di tutto il mondo le parole do speranza dei Pontefici”. Un ricordo arriva anche dal Senato italiano e dai Cavalieri di Colombo, “orgogliosi sostenitori” delle comunicazioni vaticane, tra le quali Radio Vaticana.

L’Ebu, l’Unione europea di radiodiffusione, fa gli auguri a suo membro e ricorda il traguardo delle trasmissioni in 41 lingue diverse, e Signis Africa, attraverso il presidente Walter C. Ihejirika, sottolinea che attraverso la Radio Vaticana “la voce del Papa continua a essere ascoltata nelle case di molte famiglie africane con i toni rassicuranti del buon pastore, dando incoraggiamento e speranza, e soprattutto invitando tutti gli esseri umani a costruire un mondo interconnesso”.

Infine Radio Romania, con una lettera del presidente Georgica Severin, sottolinea che Radio Vaticana, con una storia definita “trionfo dell’ alleanza tra la radio e il messaggio cristiano” è riuscita a realizzare pienamente “il progetto iniziale di diffondere la speranza del Vangelo in tutto il mondo”.

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