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Il cardinale Stanislaw Dziwisz, noto soprattutto per essere stato il più stretto collaboratore di papa Giovanni Paolo II per molti anni, ha negato, nel corso di una intervista televisiva, di essere a conoscenza di abusi sessuali su minori da parte di preti della sua diocesi, quella di Cracovia, dopo che un altro vescovo polacco era finito sotto la lente di ingrandimento della magistratura.

“Provano ad attribuirmi responsabilità in merito quando io non ho alcuna conoscenza di questi casi. – ha spiegato – Ogni prete ha una sua coscienza ed ogni vescovo ha un particolare senso di responsabilità. Se io fossi venuto a conoscenza di cose di questo genere, avrei di certo reagito”

Al giornalista che citava un caso specifico, Dziwisz ha ricordato che lo stesso ricadeva sotto la responsabilità di un altro prelato, monsignor Tadeusz Rakoczy, chiarendo che davanti a casi di abuso su minori la sua politica è stata sempre quella della “tolleranza zero” insieme ad una grande attenzione per le vittime.

Il clero polacco è attualmente sotto attacco dei media per casi di abusi su minori verificatisi, in particolare, nei 27 anni di pontificato di Giovanni Paolo II. Solo la scorsa settimana si era dimesso dal suo incarico il vescovo di Kalisz, monsignor Edward Janiak, accusato di non aver evitato abusi e coperto sacerdoti pedofili. Si tratta della prima volta che un vescovo polacco si dimette per scandali legati alla pedofilia. Dziwisz ha comunque specificato di non aver mai sentito di accuse a Janiak in tutti gli anni che ha operato a Roma o in Polonia.

Il periodico cattolico Wiez, dopo l’intervista televisiva a Dziwisz, ha scritto che il cardinale si è “autoaffondato” durante l’intervista negando ogni tipo di responsabilità.

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