Papa Francesco sarà il primo papa a mettere piede sulla penisola arabica. Il Pontefice visiterà Abu Dhabi, la capitale degli Emirati Arabi Uniti (EAU), dal 3 al 5 febbraio e prenderà parte a un incontro interreligioso. L’ufficio stampa vaticano ha detto che il viaggio è stato su invito di Mohammed bin Zayed Al Nahyan, il principe ereditario di Abu Dhabi, nonché della Chiesa cattolica nel paese.
Gli Emirati Arabi Uniti ospitano un numero crescente di cattolici provenienti dalle Filippine e da altri paesi dell’Asia meridionale, che spesso lavorano in condizioni precarie. Si dice che il nove per cento dei suoi 6,1 milioni di abitanti sia cristiano. Poiché ci sono poche chiese, le parrocchie del paese sono considerate le più grandi del mondo. Due chiese ad Abu Dhabi e due a Dubai servono centinaia di migliaia di fedeli tra loro.
Dall’altra parte dell’Arabia Saudita, i cattolici non sono autorizzati a praticare la loro fede apertamente. Le messe devono essere tenute in segreto o nelle ambasciate o in altre residenze diplomatiche.
Negli Emirati Arabi Uniti si trova la celebre Grande Moschea di Sheikh Zayed, ribattezzata Mariam Umm Eisa (“Maria, Madre di Gesù”) proprio per volere dello sceicco Mohammad bin Zayed Al-Nahyan, principe ereditario di Abu Dhabi e vice comandante supremo delle forze armate degli Emirati Arabi Uniti, che ha ordinato che la moschea fosse rinominata per “consolidare i legami dell’umanità tra i seguaci di diverse religioni”.
Maria svolge un ruolo di primo piano nelle tradizioni cristiana e islamica. La mossa per rinominare la moschea riflette gli sforzi degli Emirati Arabi per apparire come campioni di tolleranza religiosa nella regione, anche se la realtà della tolleranza non è così evidente…
Sebbene la religione ufficiale degli Emirati Arabi Uniti sia l’Islam, la costituzione della nazione include una clausola che garantisce la libertà di praticare qualsiasi religione.
Vada pure. Va bene. Ma si ricordi che san Francesco ha incontrato il Sultano per convertirlo! E altrettanto i primi martiri francescani! Se proprio vuole limitarsi al cosiddetto dialogo (un limite all’annuncio esplicito del Vangelo che spesso significa accordo e compromesso) chieda almeno, con vigore e chiarezza, la reciprocità, l’abolizione della pena di morte e il rispetto dei diritti umani della donna!!!