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Prima Lettura
Dal libro dei Proverbi 2, 1-9


Figlio mio, se tu accoglierai le mie parole
e custodirai in te i miei precetti,
tendendo il tuo orecchio alla sapienza,
inclinando il tuo cuore alla prudenza,
se appunto invocherai l’intelligenza
e rivolgerai la tua voce alla prudenza,
se la ricercherai come l’argento
e per averla scaverai come per i tesori,
allora comprenderai il timore del Signore
e troverai la conoscenza di Dio,
perché il Signore dà la sapienza,
dalla sua bocca escono scienza e prudenza.
Egli riserva ai giusti il successo,
è scudo a coloro che agiscono con rettitudine,
vegliando sui sentieri della giustizia
e proteggendo le vie dei suoi fedeli.
Allora comprenderai l’equità e la giustizia,
la rettitudine e tutte le vie del bene.

Seconda Lettura
Dalla lettera di san Paolo apostolo agli Efesini 4, 1-6


Fratelli, Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace. Un solo corpo, un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, agisce per mezzo di tutti ed è presente in tutti.

Vangelo
Dal Vangelo secondo Matteo 19,27-29

In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

IL COMMENTO ALLE LETTURE DEL GIORNO DI PADRE GIUSEPPE TAGLIARENI

S. Benedetto da Norcia (480-547) è il primo dei Santi Patroni d’Europa.

Gli altri sono: Cirillo (827-869) e Metodio (825-885), Brigida di Svezia (1303-1373), Caterina da Siena (1347-1380) e Benedetta della croce (1891-1942).

Benedetto lasciò il mondo decadente romano e si fece monaco, prima nello speco di Subiaco e poi a Montecassino. Molti lo seguirono, a cominciare dalla sorella Scolastica.

Padre dei Benedettini, fissò la Regola, fondata sulla perfetta sequela di Cristo, il culto a Dio, la fratellanza, il lavoro santificato dalla preghiera (“Ora et labora”), la povertà volontaria, la vita comune. Soprattutto, la ricerca della vera sapienza e del santo timore di Dio.

I suoi figli si diffusero per tutta l’Europa, gettando il seme del Vangelo e la buona organizzazione della vita sulla base della Bibbia, del primato di Dio, del lavoro, del riposo domenicale, della cultura basata sui veri valori.

Sono essi che hanno posto le radici cristiane dell’Europa che portarono la fioritura della più grande civiltà mai avuta sulla terra.

Gesù promette la gloria dei Cieli a chi lascia tutto per seguirlo, come fecero gli Apostoli. “Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna”.

Certo, ci vuole la fede in lui, cosa che oggi difetta pure in tanti suoi ministri: vogliono tutto e subito, qui e non in Cielo.

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