Monsignor Pichierri: “Il politico cattolico risponda a Dio, non all’uomo”

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“Il politico credente, cattolico, se davvero tale vuole essere, risponda solo alla legge di Dio e non a quella dell’ uomo e pertanto, davanti a leggi che vanno contro  Dio, è chiamato a ribellarsi disobbedendo”: lo dice senza troppi giri di parole, monsignor Giovanni Battista Pichierri, arcivescovo di Trani- Barletta e Bisceglie sulle ormai controverse unioni civili che vanno avanti e indietro.

Eccellenza, tra qualche avanzata e qualche frenata, il governo Renzi pare intenzionato a portare a termine il percorso relativo alla legge sulle unioni civili. I cattolici in politica, che cosa devono fare davanti a certi provvedimenti?

“Il politico credente, quello che si definisce cattolico, risponda alla legge di Dio e non a quella dell’ uomo se questa va contro la prima. Se la legge naturale urta con il Vangelo e i Comandamenti, non ci sono dubbi: il politico credente abbia il coraggio della disobbedienza, si ribelli disobbediendo”.

Unioni civili, che cosa ne pensa?

“In ogni caso, dobbiamo sempre guardare con attenzione e tenerezza alla  persona. Questo guardare sia ispirato da amicizia e da misericordia. Tuttavia, occorre sempre essere intransigenti davanti al peccato, col quale non è pensabile dialogare. Misericordiosi col peccatore,  fermi verso il peccato. Non è pensabile equiparare queste unioni ed ogni tipo di convivenza alla famiglia formata sul matrimonio sacramentale. La famiglia è composta da un uomo e una donna, i quali anche biologicamente, sono complementari e necessari. Altri modelli, non esistono, certamente famiglia cristiana non sono, anzi neppure famiglia”.

Divorzio, che fare con i divorziati risposati in via civile?

“Occorre massima attenzione pastorale e linguaggi nuovi ricordando che costoro non sono esclusi affatto dalla chiesa che li accoglie e li ama. Tuttavia, nessuno di noi è minimamente autorizzato a derogare alla indissolubilità del matrimonio, principio che non è imposto da una chiesa vecchia o cattiva, ma risiede nel Vangelo e nessuno è autorizzato a cambiare il Vangelo”.

Bruno Volpe