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I dati di Frontex segnalano da una parte come “l’accordo dell’Europa con la Turchia abbia creato una sorta di muro all’ingresso dei migranti forzati verso la Grecia e i Paesi balcanici, creando però un numero sempre maggiore di migranti forzati che permangono nei campi della Turchia, con il rischio che siano dimenticati i loro diritti fondamentali”.

A dirlo è mons. Gian Carlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes, commentando i dati di Frontex diffusi oggi. Secondo questi dati gli arrivi di migranti verso l’Ue a febbraio continuano a calare rispetto a un anno fa, con 10.900 arrivi totali lungo le tre rotte migratorie (Balcani occidentali, Mediterraneo centrale, Mediterraneo orientale), pari a meno di un decimo di quelli del febbraio 2016.

Il numero di arrivi complessivi a febbraio segna però un +46% rispetto a gennaio a causa dell’aumento dei migranti entrati in Ue attraverso l’Italia e la rotta mediterranea. “L’Italia – rileva Frontex – ha continuato a sopportare un’alta pressione migratoria nonostante le difficili condizioni atmosferiche nel Mediterraneo centrale. A febbraio, il numero dei migranti che hanno raggiunto le coste italiane è più che raddoppiato rispetto a un anno fa, arrivando a quasi 9.000. Il totale per i primi due mesi del 2017 è pari a 13.440”. Per il direttore di Migrantes la crescita degli arrivi in Italia “indica chiaramente l’inutilità dell’accordo con la Libia”.

Occorre inoltre “segnalare la crescita del numero dei migranti morti in mare con una ulteriore precarizzazione del loro viaggio con partenze da coste differenti e con anche un aumento dell’arrivo di persone vulnerabili come minori non accompagnati e donne”. Questo aumento di persone che arrivano dal continente africano chiede “urgentemente – conclude mons. Perego – canali legali di ingresso dai diversi Paesi dell’Africa subsahariana anche per colpire fermamente la tratta degli esseri umani, fonte di ricchezza per il terrorismo”. (SIR)

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