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“Obiezione di coscienza del medico? Sacrosanto diritto”. Lo afferma in questa intervista che ci ha rilasciato, Monsignor Francesco Cavina, vescovo di Carpi che interviene del dibattito sulla recente legge  del fine vita.

Eccellenza Cavina, lei ha dichiarato che il medico, al riguardo, ha diritto alla obiezione, conferma?

” Certo che confermo. L’ obiezione di coscienza del medico e per il medico è un diritto sacrosanto ed irrinunciabile”.

Per quale ragione?

” Ritengo che nella nuova legge, senza voler minimamente entrare a gamba tesa o fare polemiche, vi sia un  principio assolutamente inaccettabile”.

Quale?

” Penso alla equiparazione tra terapie mediche e somministrazione di acqua e cibo per il malato. Non è pensabile accostare acqua ed alimento alle cure mediche. Tutto questo, ovviamente, mette in seria difficoltà i medici e causa loro problemi anche di coscienza. Il medico, lo ricordo, ha per finalità e missione la salute e la salvezza del paziente.  Rifugiarsi nell’accanimento terapeutico, al quale anche io come del resto la Chiesa, sono contrario, non ha senso”.

Monsignor Negri ha parlato di legge che apre alla eutanasia…

” Non voglio arrivare a tanto e ciascuno è libero di esprimere le sue idee. Tuttavia, la legge, per come è stata scritta ed approvata, non mi soddisfa e obbedisce, anzi la segue, una deriva molto pericolosa che va contro la sacralità della vita umana. Bisogna con forza ribadire che essa è sempre sacra ed inviolabile dal momento del concepimento sino alla fine naturale. Da questa angolazione, è  lecito affermare che la recente legge sul testamento biologico appartiene a quel modo di sentire e di pensare ostile alla vita”.

Che cosa significa rispetto della sacralità della vita?

” Riconoscere che nessuno in terra ne è padrone e signore e può disporne come crede a suao piacimento. Penso che oggi vi è attenzione, anche  buona, alle povertà materiali, alle ingiustizie  e ai tanti problemi di natura sociale che ostacolano la dignità della vita. Però bisogna dedicare, almeno la stessa attenzione a  tutte le altre forme di difesa della vita”.

Secondo lei la Chiesa parla con la dovuta attenzione dei  principi o valori non negoziabili?

” Quelli riguardano la dignità della persona  in genere e il rispetto del diritto naturale. E’ doveroso ricordarli e ribadirne sempre la centralità. Io almeno ne parlo e per quel che riguarda altri, non entro nel merito. A mio avviso la tutela della vita umana e il rispetto del valori non negoziabili vanno assicurati  a 360 gradi sempre. Anche nelle leggi”.

 

Bruno Volpe

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