Alfie Evans, da 15 mesi (sui 23 di vita), a causa di una grave patologia non diagnosticata con precisione dall’ospedale Alder Hay di Liverpool, vive attaccato ad un respiratore artificiale.
La malattia è neurodegenerativa e per questo motivo, sfruttando le leggi eutanasiche britanniche, l’ospedale ha ottenuto tante sentenze favorevoli per ottenere il distacco dei supporti vitali, nonostante la ferma opposizione dei genitori di Alfie, i coraggiosi Thomas e Kate.
Il ventunenne papà di Alfie, la scorsa settimana, è stato ricevuto dal Papa in Vaticano. Il Pontefice ha sostenuto la lotta dei genitori per portare il piccolo in Italia (e farlo curare presso l’Ospedale Bambin Gesù).
Per permettere questo, su input della leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il governo italiano uscente, con il Presidente Gentiloni e i ministri Minniti e Alfano, si è mosso concedendo al bimbo la cittadinanza italiana.
Per tutta risposta i britannici alle ore 22.17 (ora italiana) del 23 aprile 2018, hanno applicato la sentenza di morte eutanasica staccando il ventilatore a Alfie. Secondo le previsioni dei “cervelloni” di Liverpool il bimbo senza respiratore sarebbe dovuto morire in 15 minuti.
Ma alle ore 8.20 del 24 aprile 2018 Thomas Evans ha dichiarato su Facebook: «Ho combattuto duramente in tribunale per mio figlio perché so che cosa è giusto! E guarda fino a dove siamo arrivati. Ora mio figlio è ancora vivo dopo oltre 10 ore orribili e per lui strazianti».
Alle ore 8:45 del 24 aprile 2018 Kate, la mamma di Alfie, ha scritto: «Ad Alfie sono stati concessi l’ossigeno e l’acqua! Che meraviglia che è nonostante quello che gli sta succedendo ha già dimostrato ai medici che si sbagliavano e come appare bello».
Alle ore 10:40 del 24 aprile 2018 Mariella Enoc, presidente del Bambin Gesù di Roma, ha detto: «Ho parlato poco fa con il papà di Alfie che ha la mascherina per l’ossigeno, però bisogna trasportarlo. Poco fa ho parlato con l’ambasciatore Trombetta a cui ho detto che l’Equipe del Bambino Gesù è pronta a partire in pochi minuti. Il ministro Pinotti si sta attivando per dare l’aereo. La situazione va risolta in pochi minuti».
Quell’eutanasia che i nazisti hanno praticato con violenze inenarrabili, la “civile” Gran Bretagna la applica “in punta di diritto”. Il risultato non cambia. Ma Alfie Evans sta resistendo!
I difensori di Alfie Evans hanno depositato un ultimo ricorso urgente avanti al Consolato italiano a Londra, svolgente le funzioni di giudice tutelare per i minori italiani all’estero.
L’ambasciatore è già stato preavvertito tramite l’associazione Steadfast Onlus che ha curato i rapporti diplomatici ed ha agevolato l’acquisizione della cittadinanza italiana in capo al piccolo Alfie.
Si attende per la mattinata del 24 aprile che il giudice tutelare emetta urgente provvedimento cautelare che disponga il rilascio dei passaporti ed ordini l’immediato rimpatrio in Italia, mediante trasporto su aeroambulanza, del minore presso l’Ospedale Bambin Gesù di Roma o il Gaslini di Genova.
I legali ritengono che il distacco dei supporti vitali costituisce un illecito nei confronti di un cittadino italiano all’estero, perseguibile in ogni forma.
Mario Adinolfi, il leader del Popolo della Famiglia, su Facebook, ha ricordato che milioni di persone in tutto il mondo, in special modo in Italia, stanno pregando per Alfie, che respira da solo da 10 ore in spregio a ogni sentenza di morte, e si è augurato che ci sia, presso l’ospedale di Liverpool, il supporto degli ultras della Roma in arrivo ad Anfield.
La scrittrice cattolica Costanza Miriano ha scritto su Facebook: “Questa sera Liverpool Roma avrà un sapore diverso. La squadra della civiltà della morte contro la squadra della città che apre le sue porte e il suo ospedale di eccellenza a un bambino malato. Certo, se qualcuno del team andasse anche a rendere onore a un piccolo lottatore che da ieri è cittadino italiano, be’, davvero tutta Italia sarebbe con voi, questa volta. E secondo me anche il cielo. Forza Roma, dai, allarga il cuore!”.
Anche LA FEDE QUOTIDIANA si augura che Totti (attento alle tematiche familiari), qualche altro dirigente e/o giocatore sensibile a questo tema possano visitare Alfie e testimoniare la loro vicinanza al piccolo e alla sua famiglia.
MATTEO ORLANDO