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“Noi speravamo che il Covid-19 avesse contribuito ad attenuare questo tipo di atteggiamenti, invece sembra che non ci abbia insegnato nulla. Di fronte a queste esternazioni e provvedimenti capiamo che c’è ancora tanta acredine sul tema”.

Questo il commento di Oliviero Forti, responsabile dell’area immigrazione di Caritas italiana, circa la minaccia della governatrice della Calabria Jole Santelli sull’ipotesi di vietare gli sbarchi. “Il grande timore – afferma Forti – è quello di dover vedere di nuovo discorsi politici sulla pelle dei migranti. Dall’inizio della pandemia ad oggi non mi sembra ci siano state situazioni legate alla presenza di cittadini stranieri che abbiano destato particolare preoccupazione. Anche nei nostri centri abbiamo registrato pochissimi casi di contagi, anche più bassi della media nazionale”.

Effetto lockdown che sembra già svanito: “E’ come se fossimo stati per qualche mese ‘composti’, evitando di alzare i toni perché era difficilissimo per tutti. Ora che ci stiamo affacciando ad una situazione più gestibile emerge nuovamente la vecchia narrazione, che orienta il discorso politico sui migranti come bersaglio”.

Riparte dunque la crociata ai migranti: “Sembra quasi che ci sia una esigenza antropologica di dover cercare a tutti i costi il capro espiatorio, la causa dei nostri mali, quando invece una causa reale del Covid-19 non si è ancora scoperta. Siamo solo consapevoli che dobbiamo superare l’emergenza insieme. Ma questo ‘insieme’ fatica ad entrare nel discorso pubblico e nella mente delle persone. Di fronte ad una situazione di questo tipo non ci deve essere una distinzione tra italiani, immigrati, ricchi o poveri”.

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