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Racconta di “morti che resuscitano” ma non è un thriller; promuove la pace fra vittima e carnefice ma non è una commedia sentimentale; presenta confessioni strazianti – e al contempo commoventi – ma non in tono sensazionalistico.

“Il Miglior Regalo” è un documentario, interamente basato sulla verità. Quella delle persone che hanno subìto drammatiche perdite durante il genocidio in Ruanda o nella guerriglia in Colombia. Quella di coloro che si sono insanguinati le mani e che, a distanza di anni, hanno voluto mettere a nudo le proprie coscienze distrutte dal crimine e macchiate da sangue innocente.

Una produzione cinematografica, opera del cineasta spagnolo Juan Manuel Cotelo – già proiettata in Spagna, Messico, Ecuador, Colombia, Guatemala e Honduras – che vedrà la sua anteprima italiana, dedicata a giornalisti e comunicatori del settore, il prossimo 15 Febbraio alle ore 16:00 nella capitale . La pellicola sarà proiettata presso la Pontificia Università Antonanium (via Merulana 124/A Roma), patrocinata dalla Pontificia Academia Mariana Internationalis, Città del Vaticano. Saranno presenti il regista Juan Manuel Cotelo e l’attore Giovanni Scifoni, che ha prestato la voce a due personaggi del film nell’edizione italiana.

Una troupe coraggiosa quella targata Cotelo, che nell’era degli haters ambisce a divulgare il messaggio della riconciliazione. Non quella buonista, né quella illusoria, perché “Il Miglior Regalo” non risparmia alcun dettaglio truce delle vicende narrate. Ne fa eco la lotta interiore dei protagonisti, logorati dal dubbio altalenante tra il peso dell’odio legato al cuore e la voglia di tornare a vivere liberi. “Il Miglior Regalo” mostra piuttosto la possibilità di una resa totale ad un amore più grande di quello di cui si pensa di essere capaci.

Le storie che racconta Il Miglior Regalo sono miracoli, frutto di gesti di pace. Cuori che riprendono a battere con speranza dopo aver ricevuto il perdono” asserisce il regista di “Terra di Maria” e de “L’Ultima Cima” che racconterà in seno all’evento, il perché di questo film così controcorrente.

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