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Quando il pane diventa il cuore di Cristo

I Miracoli eucaristici confermati dagli scienziati

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Intervento dello storico prof. dott. Michael Hesemann durante la conferenza, tenuta sabato 5 ottobre 2019 a Roma, a due passi dal Vaticano, dal titolo “Ogni ginocchio si pieghi. La maestà e l’amore infinito della Santa Comunione”.
Attraverso l’iniziativa, organizzata dal Comitato internazionale laicale “Uniti con Gesù Eucaristia per le mani santissime di Maria”, sono state presentate alla stampa le 11 mila firme raccolte attraverso una petizione multilingue che chiede ai vertici della Chiesa Cattolica di permettere ai fedeli di trovare ancora gli inginocchiatoi nelle chiese, di estendere al mondo intero la modalità di distribuzione della Comunione eucaristica attuata in Vaticano per le Celebrazioni pontificie (vale a dire sulla lingua e in ginocchio) e, infine, l’introduzione del divieto della distribuzione della Santissima Eucaristia per i non consacrati.

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L’Eucaristia è il cuore della fede cattolica. Ci insegna che ogni Santa Messa è una partecipazione al sacrificio del Golgota e che la sostanza del pane e del vino diventa in realtà la sostanza del Corpo e del Sangue di Cristo.

Che la cosiddetta transustanziazione, la trasformazione dell’essenza, non sia un’invenzione degli scolastici medievali, ma la fede originale della Chiesa, è già evidenziata dalle parole di istituzione di Gesù (“Questo è il mio corpo … questo è il mio sangue”), il suo discorso nella sinagoga di Cafarnao (Gv 6), ma anche le parole di San Paolo in 1 Corinzi (10,16). Perfino il teologo protestante Helmut Thielicke ha dovuto ammettere: “Se la trasformazione essenziale del pane e del vino dovesse essere reale, uno non dovrebbe più rialzarsi dalle ginocchia”.

Ancora più preziosi sono i miracoli eucaristici – casi in cui viene sollevato il sipario tra cielo e terra e viene rivelata la realtà spirituale, come insegnata dalla Chiesa.

136 esempi riconosciuti sono stati raccolti e pubblicati online dal giovane italiano Carlo Acutis (1991-2006) prima che morisse di leucemia; Papa Francesco lo ha dichiarato venerabile nel 2018, che è la fase precedente alla beatificazione.

In effetti, la Chiesa universale deve la festa del Corpus Domini a un miracolo eucaristico. Nel 1209, l’Agostiniana fiamminga Juliana di Liegi ebbe una visione di Cristo che chiese una festa in venerazione del Santissimo Sacramento. Tuttavia, papa Urbano IV era riluttante a reagire ad una “rivelazione privata”. Nel 1263, sulla via del ritorno da un pellegrinaggio a Roma, presso Bolsena un sacerdote boemo, di nome Pietro di Praga, celebrò la Santa Messa. Al momento dell’offerta, i dubbi lo sopraffacevano e per questo motivo pregò per ottenere una risposta dal Cielo. Poi notò come il sangue gocciolava dalla particola durante l’elevazione, come da un pezzo di carne cruda. Successivamente contò 25 macchie di sangue sul corporale e sull’altare. Informò il Papa, che risiedeva nella vicina Orvieto. Urbano IV inviò dapprima una commissione teologica a Bolsena, poi partì personalmente per ricevere il corporale e portarlo in solenne processione a Orvieto, dove ancora oggi è venerato nella cattedrale. Per lui è stato un segno soprannaturale per introdurre la festa del Corpus Domini nella Chiesa universale.

Bolsena è generalmente considerata la “madre di tutti i miracoli eucaristici”, ma non fu affatta la prima. Già nel 730 d.C. circa, un monaco greco che attraversava la città adriatica di Lanciano nutriva dubbi sul rito latino. Ma non appena ebbe pronunciato le parole della preghiera eucaristica, l’ostia si trasformò in un pezzo di carne sanguinante, mentre il vino bianco si trasformò nel colore del sangue fresco, seccandosi gradualmente e formando cinque grumi. Subito le notizie riguardo al miracolo si diffusero e migliaia di pellegrini arrivarono a Lanciano. Ma nel corso dei secoli, dopo numerosi terremoti e gli attacchi dei turchi, i documenti originali relativamente all’evento sono andati persi. Così, nel 1970, la chiesa decise di far esaminare scientificamente almeno le sue “reliquie”. Alla presenza del vescovo locale, il professor dottor Odoardo Linoli, che ha insegnato anatomia e istologia patologica ad Arezzo e ha guidato un laboratorio specializzato, sono stati prelevati campioni sia della “sacra carne” che dei “grumi”. Quando quattro mesi dopo il rapporto sulla sua indagine fu presentato i rappresentanti della Chiesa trattennero il respiro. Una “pia frode” era esclusa. L’ostia era diventata un muscolo cardiaco umano contenente piccole arterie, vene e fibre nervose. Una commissione di esperti dell’Organizzazione Mondiale della Sanità ha successivamente confermato i risultati dopo 15 mesi di indagini e 500 test, indicando che il fenomeno non può essere spiegato scientificamente. Gli esperti dell’OMS sono rimasti molto colpiti dalla rapidità con cui la carne aveva reagito ai test clinici, “proprio come un tessuto vivente”. Il gruppo sanguigno fu determinato come AB, proprio come quello trovato sulla Sindone di Torino. Solo il 4% della popolazione mondiale ha questo raro gruppo sanguigno, ma, secondo uno studio dell’Università di Tel Aviv del 1977, 68 scheletri di persone vissute dal I al III secolo d.C., ritrovati a Gerusalemme e Enbgedi, hanno dimostrato che al tempo di Cristo il 50,91% di tutti gli ebrei aveva questo gruppo sanguigno. Nel 1990, è stato scoperto che sangue del gruppo sanguigno AB era gocciolato anche sul corporale di Bolsena.

Solo il miracolo eucaristico di Lanciano sarebbe un’impressionante conferma della dottrina cattolica. Ma è ancora più significativo il fatto che, più volte negli ultimi 25 anni, si sono ripetuti miracoli eucaristici che sono stati attentamente studiati e verificati ogni volta con una metodologia scientifica all’avanguardia.

Il 15 agosto 1996, nella chiesa di S. Maria y Caballito Almagro, nella capitale argentina di Buenos Aires, una donna scoprì un’ostia posta sopra un candelabro. La diede al parroco che, secondo i regolamenti della Chiesa, la collocò in un piccolo recipiente pieno d’acqua, in modo che l’ostia consacrata potesse dissolversi.

Quando la riguardò 10 giorni dopo, la particola si era parzialmente trasformata in un pezzo di carne sanguinante. Informò l’arcivescovo che lo inviò al vescovo ausiliare Jorge Mario Bergoglio, l’attuale Papa Francesco. Tre anni dopo fu incaricato di coordinare l’indagine, internazionale e interdisciplinare, uno scienziato, il neurofisiologo boliviano dottor Ricardo Castanon Gomez. Laboratori negli Stati Uniti e in Australia hanno scoperto che la massa sanguinante faceva davvero parte di un muscolo cardiaco umano.

L’infiammazione indicava agonia e gravi difficoltà respiratorie. Il gruppo sanguigno era AB. Un elevato numero di globuli bianchi che, secondo i patologi forensi, di solito muoiono dopo 15-30 minuti, indicava che il campione proveniva da un cuore umano ancora vivo.

Il 21 ottobre 2006, un parroco di Tixtla (Messico) è stato informato da un ministro straordinario dell’Eucaristia, una suora, di macchie di sangue su una particola. Il parroco ha informato il suo vescovo che, dopo un periodo di tre anni (sull’esempio di Bergoglio), ha incaricato gli scienziati di fare un’indagine. Gli esperti sono arrivati alla conclusione che si trattava del tessuto di un muscolo cardiaco umano che sembrava vivo. Il gruppo sanguigno era AB. Un laboratorio del DNA non è riuscito a determinarne l’origine geografica, perché mancava il DNA di un padre umano.

In Polonia si sono verificati due miracoli eucaristici.

Nel 2008, una sostanza simile al sangue si è formata su un ostia consacrata a Sokolka, in Polonia, dopo essere stata “smaltita” in acqua. In due laboratori si è scoperto che si trattava di tessuto muscolare proveniente dal cuore di una persona che aveva precedentemente sofferto agonizzando.

Nel Natale 2013 il miracolo si è ripetuto nella chiesa parrocchiale di St. Jacek a Liegnitz (Legnica). I patologi forensi delle università di Wroclaw e Szczecin hanno scoperto che la sostanza dell’ostia si era trasformata nel tessuto di un miocardio umano “in stato di agonia”. Ancora una volta, qualsiasi frode o causa naturale è stata categoricamente esclusa.

Dal 2016, l’ostia miracolosa è esposta alla pubblica venerazione. Questo per venerare il “Sacro Cuore di Gesù” di fronte a una parte reale di esso, che ricorda costantemente il vero significato del Sacrificio della Messa, o, per citare il grande santo di cui sperimenteremo tutti la prossima settimana la canonizzazione, il cardinale John Henry Newman: “Cor ad cor loquitur” (Il cuore parla al cuore!).

Cosa ci vuole dire tutto ciò? Di certo, questi miracoli non sono sensazioni che dovrebbero farci meravigliare o rabbrividire, ma veri segni di Dio.

Potrebbero essere la risposta del Cielo all'”oscuramento di Dio” nella liturgia, che il nostro amato Papa Emerito Benedetto XVI aveva diagnosticato e incolpato di essere il motivo dell’attuale crisi della Chiesa?

Solo attraverso l’Eucaristia e la sua venerazione la Chiesa può guarire e ricevere la nuova forza di cui ha un disperato bisogno in questi tempi di materialismo ed edonismo con le loro dottrine anticristiane. È quindi davvero necessario prendere sul serio tali segni, invece di affrontarli con un incredibilmente arrogante: “La mia fede non ha bisogno di miracoli!” Poiché la fede, prima di tutto, ha bisogno di due cose: l’umiltà e un cuore aperto che è sempre pronto ad ascoltare la voce di Dio e che vede i suoi segni e i suoi miracoli nel nostro mondo.

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