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L'arcivescovo Eamon Martin
L’arcivescovo Eamon Martin

L‘arcivescovo di Armagh e primate d’Irlanda, Eamon Martin, ha incontrato la scorsa settimana i rappresentanti delle organizzazioni cattoliche ed ecumeniche che sostengono le persone Lgbt in Irlanda per discutere dell’approccio della Chiesa cattolica verso gli omosessuali. L’incontro è stato confermato al Sir dal portavoce dell’ufficio comunicazioni della Chiesa cattolica irlandese, Martin Long, precisando che è avvenuto alla luce del risultato referendario del 22 maggio scorso, che ha aperto la costituzione irlandese alla legalizzazione delle nozze gay con il 62,1% dei “sì”.

Su loro richiesta, l’arcivescovo ha incontrato le delegazioni di “Faith in Marriage Equality” (Fime), organismo ecumenico, e di “We Are Church Ireland”, che riunisce invece cattolici irlandesi. I membri delle due delegazioni hanno potuto condividere con l’arcivescovo le loro storie, la loro esperienza e le loro aspettative. Brendan Butler di “We are Church Ireland” ha chiesto un cambiamento nell’insegnamento della Chiesa cattolica verso l’omosessualità, in vista – si legge sul sito dell’organizzazione – della partecipazione dell’arcivescovo Martin al Sinodo della famiglia il prossimo ottobre.

Ciò che ferisce la sensibilità degli omosessuali cattolici – ha detto Butler all’arcivescovo Martin – è in particolare la “Lettera ai vescovi della Chiesa cattolica sulla cura pastorale delle persone omosessuali” della Congregazione della dottrina della fede nel 1986, “nella quale si descrive l’orientamento omosessuale come un oggettivo disordine che conduce a un comportamento intrinsecamente cattivo dal punto di vista morale”. Le organizzazioni Lgbt sostengono che “il fallimento” del comportamento della Chiesa verso le persone omosessuali contribuisce ad aumentare il tasso di suicidi.

L’arcivescovo Martin si è impegnato a continuare il dialogo e a interessarsi in particolar modo della cura pastorale delle persone gay. Subito dopo il risultato del referendum irlandese, fu l’arcivescovo di Dublino Diarmuid Martin a parlare di una “rivoluzione sociale” in atto, ammettendo “che la Chiesa ha bisogno di fare i conti con la realtà, a tutto campo, e guardare le cose che sta facendo e ai settori che si sono allontanati completamente dai giovani”. (SIR)

 

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