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IL VANGELO DEL GIORNO

Venerdì 27 gennaio 2023

Mc 4, 26-34

In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

IL COMMENTO DELLA TEOLOGA GIULIVA DI BERARDINO

Il Vangelo di oggi ci ricorda ancora il dinamismo misterioso del Regno di Dio che agisce nonostante l’uomo. C’è tanto male nel mondo, ma non possiamo dimenticare che il bene seminato non morirà mai. È una lezione che ci insegna la storia. Oggi, 27 gennaio, è la “Giornata della memoria” e nelle scuole si ricorda, per non cadere più negli stessi errori, le atrocità avvenute nel secolo appena passato contro gli ebrei e contro tanti altri esseri umani. Sono questi martiri dei campi di concentramento che hanno davvero capito perché il Regno di Dio agisce senza che noi lo sappiamo. Anna Frank, una ragazzina ebrea morta a 13 anni in una camera a gas, nel suo diario, uno dei libri più venduti al mondo, la ragazza scrive: “Malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità.” Questa testimonianza ci mostra come perfino una giovanissima ragazza può possedere nel cuore una grande forza spirituale. Comprendiamo allora che il Regno di Dio cresce proprio grazie a questa forza misteriosa d’amore e di speranza che ogni essere umano è capace di avvertire nel profondo del suo cuore, anche quando il male si fa presente, perché il Regno di Dio, che manifesta la gloria di Dio, cioè la pienezza di vita dell’essere umano, è compimento di ogni desiderio di pace. Gesù ce lo mostra con queste due nelle parabole: ogni vita è un processo. Per questo ogni vita ha un fine ultimo: diventare dono, far crescere altri, dare la possibilità di un futuro. Il seme nel terreno ha il suo compimento nella spiga matura, il piccolo granello di senapa ha il suo compimento nel grande albero, tanto accogliente per gli uccelli del cielo. Così anche noi, gettati in questo mondo, abbiamo il nostro compimento nella pienezza del Regno di Dio, se però, tutto noi stessi, non soccombiamo al male, e, nonostante tutto il male, come questa ragazza ebrea, siamo capaci di credere ancora nella bontà dell’uomo e questo si ottiene quando cresciamo nella fiducia, sperando nel compimento delle promesse di Dio, sperando in un futuro migliore, in una pace sempre possibile, perché finché l’uomo vive, può cambiare il suo cuore, se lo desidera. Questo ci insegna Gesù. Così oggi impariamo che la speranza e la fede, crescono in noi anche senza che non ce ne accorgiamo, perché ogni vita ha dentro di sé un progetto che si dispiega verso la pienezza e, mentre viviamo, che siamo credenti o che non lo siamo, di fatto, seguiamo un processo più alto di noi, che si và compiendo e che conosceremo solo alla fine. Preghiamo allora che la nostra vita cresca fino ad essere dono, in ogni situazione in cui ci troviamo a vivere, certi che il nostro lavoro, le nostre fatiche, i nostri sacrifici di oggi, e anche le nostre gioie, che sono quelle di un’esistenza piccola, come questo piccolo seme gettato nella terra, tutto quello che viviamo è prezioso per far crescere il Regno di Dio, perché in questo Regno ciascuno di noi ha un posto unico e insostituibile. Buona giornata!

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