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IL VANGELO DEL GIORNO: Mt 26, 14-23

mercoledì 8 Aprile 2020, mercoledì santo

In quel tempo, uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai sommi sacerdoti e disse: “Quanto mi volete dare perché io ve lo consegni?” E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo. Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: “Dove vuoi che ti prepariamo, per mangiare la Pasqua?” Ed egli rispose: “Andate in città, da un tale, e ditegli: Il Maestro ti manda a dire: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”. I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua. Venuta la sera, si mise a mensa con i Dodici. Mentre mangiavano disse: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà”. Ed essi, addolorati profondamente, incominciarono ciascuno a domandargli: “Sono forse io, Signore?” Ed egli rispose: “Colui che ha intinto con me la mano nel piatto, quello mi tradirà. Il Figlio dell’uomo se ne va, come è scritto di lui, ma guai a colui dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito; sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!” Giuda, il traditore, disse: “Rabbì, sono forse io?” Gli rispose: “Tu l’hai detto”.

Oggi il vangelo ci fa meditare, con una versione diversa rispetto a ieri, il tradimento di Giuda. Questa insistenza che la liturgia ci propone sul tema del tradimento di Giuda, è importante perché ci fa approfondire il mistero di misericordia e di fedeltà che forma il cuore di Gesù secondo la chiamata che il Padre ha posto su di Lui, quella di consegnarsi agli uomini come redenzione, fino all’offerta totale d’amore sulla croce. Questa sottolineatura che si dà all’episodio del tradimento di Giuda è quindi importante perché ci mette di fronte a una realtà che dobbiamo ricordare, per tutta la vita, ma in questi gironi che ci avvicinano alla Pasqua, la possiamo fissare sempre di più, in modo più profondo: noi possiamo rompere il rapporto con Gesù, come ha fatto Giuda o come ha fatto anche Pietro, l’abbiamo visto ieri, almeno di loro abbiamo le testimonianze, magari ci sono altri discepoli che si sono allontanati da Gesù nell’ora della sua passione, però Gesù non ditrugge mai la sua relazione, nè con i suoi discepoli, tanto meno con noi, perchè il Suo amore è fedele. Ed è molto più grande della nostra infedeltà: questo ci insegna il Vangelo! Nel testo che viene raccontato, infatti, ci viene detto che Giuda si reca dai sacerdoti per contrattare la cattura di Gesù, per  trenta monete d’argento, il prezzo da pagarsi per il ferimento di uno schiavo (Es 21,32). Ma Gesù, pur sapendo tutto, sapendo le macchinazioni e il tradimento, prepara il suo cuore a consegnare la sua vita e ordina ai suoi discepoli di trovare una persona nella cui casa lui aveva deciso di celebrare la Pasqua. Non sappiamo di chi si tratti, sul testo è scritto “un tale” però è bello sentire che in quel momento così difficile Gesù aveva qualcuno su cui contare, che poteva proteggere Lui e i suoi discepoli, in quella Pasqua. E Gesù desidera celebrare la Pasqua, la sua ultima Pasqua, con i suoi discepoli, senza scartare Giuda. Sa che dovrà tradirlo, ma lo fa sedere a tavola con Lui. e il testo oggi ci dice anche che Gesù intinge insieme la mano nello stesso piatto, e questo per i giudei era segno di massima intimità e di fiducia. Questo vuol dire che Gesù è fedele al Suo Amore eterno per ciascuno di noi, anche se noi l’abbiamo tradito o lo tradiremo. L’amore di Gesù per noi, l’amore di Dio, non dipende da ciò che facciamo per Lui, non dipende dal bene che abbiamo fatto, che facciamo o che faremo! Così come non dipende neppure dal male che abbiamo fatto o che possiamo sempre scegliere di fare: l’amore di Dio è eterno, è sempre uguale a sè stesso, sempre presente, sempre offerto, per noi, perché Dio è fedele nell’amore. Non lascia mai le cose a metà, va sempre fino alla fine. Gesù ce lo mostra con la sua Passione, perché arriva fino al dono di tutto se stesso, fino all’effusione di tutto il suo sangue, fino all’estremo dolore, per dirci questo Amore eterno, che vince ogni malvagità, ogni durezza, di ogni cuore, anche quello più indurito. Accogliamo allora la forza, la potenza, di questo amore così forte, che ci arriva, potente, in questo giorno santo, così vicino alla Pasqua del Signore e alla Passione del Signore Gesù. Buona giornata!

Un pensiero su “Giuliva Di Berardino sul tradimento di Giuda”
  1. Non possiamo aggiungere né togliere nulla a quanto ci dice il Vangelo, “Parola di Dio”. Solo Dio può conoscere e giudicare la coscienza. A noi spetta piuttosto educare e formare la retta coscienza; per questo abbiamo l’ottima dottrina dei Padri e Dottori della Chiesa. Veda ad es. il Commento di S. Giovanni Crisostomo su Pietro e su Giuda. Quanto a Gesù, la fedeltà infinita del suo Amore (divino) è cosa certa e consolante, ma quanto al peccatore, non confonda i segni del “rimorso” (gettare le monete…) dai segni del “pentimento” (le lacrime…). C’è già il Papa che sta facendo una gran confusione e disorienta le coscienze. Non ci si metta anche lei…

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