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IL VANGELO DEL GIORNO: Mc 12,35-37 venerdì 5 Giugno 2020

In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:“Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?». E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.

In questo breve passo del Vangelo che oggi ci presenta la liturgia, troviamo Gesù che insegna nel tempio, interviene e afferma il suo parere sulla questione messianica, che, a quel tempo, era l’interrogativo più diffuso tra la gente. Secondo la Scrittura il Messia, Mashiah, l’inviato di Dio come Re, è “figlio di Davide”. E Gesù, come è proprio del suo insegnamento, non nega le Scritture, ma è come se le riempie, le colma di un compimento, facendole eccedere per renderle vive, per fare della Scrittura un percorso vivace, che arriva fino alla Sua Persona, come sappiamo bene noi oggi. Ma, fermandoci a ciò che potevano comprendere i suoi uditori, leggiamo nel testo che la folla numerosa lo ascoltava volentieri, perché di fatto questa eccedenza che Gesù offre alla Scrittura, questa apertura che Gesù dona alle Parole della Scrittura, comunica una forza che fa vibrare le Parole di Dio, che le donano pienezza ai cuori degli ascoltatori. E quindi, stando alle parole di Gesù, ogni buon israelita del suo tempo poteva ben capire che, sì, è vero,  Israele attende un uomo che Dio veste di potenza, ma il Messia è molto di più di un grande Re unto di potenza come Davide, ed è proprio lo stesso grande Re Davide che lo testimonia, come fa notare Gesù, parlando del Messia come Signore e non come figlio. Con questa piccola osservazione Gesù dilata le attese delle persone, facendo loro capire che non è un grande re che bisogna attendere, ma il Singore, Adonai! Allora oggi il Vangelo invita anche noi ad ampliare le nostre attese, a farle lievitare, a farle eccedere, ingrandire perché noi siamo dentro questo compimento! Noi siamo affidati a Colui che può molto, molto di più di quanto possiamo sperare o desiderare. Noi non diamo la nostra fiducia a un grande personaggio, a una persona santa, o a un saggio che ha fatto tanto del bene nella sua vita, noi siamo figli di Dio grazie a Gesù. E ogni giorno ci affidiamo al Signore dei Signori, a Colui a cui tutto l’universo è sottoposto! Viviamo con gioia, allora, questo giorno, perché niente e nessuno potrà toglierci questa speranza, questa fede, di essere preziosamente custoditi, tra le mani amorose di Dio, che è Amore eterno a cui nulla è impossibile. Buona giornata!

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