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Una giovane donna ha scritto al suo vescovo a proposito del Summer Pride di Rimini recentemente tenutosi nella città romagnola. Ecco la lettera senza censure.

“Sua Eccellenza Monsignor Francesco Lambiasi sono Benedetta Pari, una ragazza di 25 anni di Rimini e lavoro a Cesena in ospedale. Rimettendomi alla Sua paternità, come ha dimostrato in questi anni nella nostra amata città, ci tenevo a scriverLe riguardo al Summer Pride del prossimo ‪27 luglio‬, anche alla luce della sua intervista uscita sul giornale “Il Ponte”. Il fatto che una manifestazione come il Summer Pride sia da tanti – cattolici e non – considerata quale evento pacifico e privo di ogni ripercussione nella vita civile e nel tessuto sociale mi lascia sinceramente perplessa e tali perplessità desidererei condividerle con Lei”.

“Mi riferisco –  ha scritto la Pari – innanzitutto al terreno scivoloso che rappresenta il sostenere che love is love, cioè amore è amore, a qualsiasi costo, in qualsiasi forma e numero: se amore é amore perché non avere relazioni con più persone alla volta o con gli animali? Se è amore anche quello… Ma mi riferisco anche alla menzogna del poter essere ció che ci si sente decidendo da sè il proprio sesso (ora si dice genere) indipendentemente dal dato biologico, quel dato che nostro Signore ha assegnato in un ordine perfetto a ciascuno di noi fin dal nostro concepimento per la nostra felicità piena e non ultimo in ordine di gravità mi riferisco alla blasfemia aperta e oltraggiosa che sempre accompagna questi cortei, alle nudità esibite e agli atteggiamenti volgari e provocatori verso la religione cattolica e davanti a tante persone e agli occhi innocenti dei bambini”.

“Mi rendo conto – ha ricordato la Pari – che queste persone sono assetate come me di Qualcosa che riempia il loro cuore e per questo noi cattolici siamo chiamati ad annunciare con forza che c’è una risposta al loro desiderio, che è Gesù Cristo vero Dio e vero Uomo, morto in croce per ciascuna persona, e quindi anche per loro. Quell’amore che desiderano e che ribadiscono come loro diritto è l’amore di Dio. È questo quello che loro cercano senza saperlo! Occorre ricordare a questi uomini e a queste donne che Gesù non vede l’ora di riabbracciare i suoi figli dispersi, che li attende come il padre attende il ritorno del figliol prodigo e che solo Dio può offrire loro l’unico vero amore possibile totalmente appagante: puro, casto, infinito, gratuito, totale, senza ritorni. Sarebbe bello dichiarare apertamente anche tramite un comunicato queste cose, offrendo loro un cammino di reale conversione, nella certezza che senza Verità non è possibile l’Amore”.

Come ha fatto qualche secolo fa anche Santa Caterina da Siena, Benedetta Pari ha così concluso la sua lettera: “Non abbia timore di dire le cose come stanno: noi giovani(glielo dico per esperienza) abbiamo bisogno di sentirci dire la Verità! É quella che in fondo ci affascina e che desideriamo, anche se all’inizio può far male, ma poi diventa salvifica!
Certa della sua attenzione e del Suo paterno amore per la Chiesa di Rimini Le porgo i miei cari saluti in Gesù. Uniti in Cristo. Benedetta Pari”.

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