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Vatileaks“Da credente sono costernato. Da operatore del diritto, molto meno.  Quel monsignore, presunto trafugatore e divulgatore dei dati vaticani e della stessa  voce del Papa, risponderà davanti al codice penale, ma anche  davanti al codice di Dio. Della signora laica, invece, non mi curo.” Lo afferma l’avvocato Francesco Paolo Sisto, commentando il nuovo caso di corvi vaticani. Sisto è parlamentare di Forza Italia, già membro dell’ Antimafia ed ex Presidente della Comissione Affari Costituzionali della Camera.

Onorevole Sisto, ha letto del caso dei nuovi corvi vaticani? Da giurista che cosa ne pensa?

“Ero occupato in altre cose e qualche passaggio me lo sono perso. Tuttavia penso che siamo davanti al reato di violazione del segreto di ufficio aggravato dalla entrata illecita in sistemi informativi e con la illecita utilizzazione di conversazioni carpite al Papa.  E’ obbligo usare il condizionale perchè non vi è ancora alcuna sentenza di condanna e dunque per tutti vale la presunzione di innocenza”.

Probabilmente i due corvi avrebbero fornito dati poi confluiti in libri di prossima pubblicazione di due giornalisti. Questi rischiano penalmente?

“Credo che loro, mi riferisco appunto ai giornalisti, dal punto di vista penale siano non responsabili di reati. Potrebbero diventare responsabili dello stesso reato principale in concorso, solo se si prova che loro hanno istigato a commetterlo per pubblicare, appunto, le notizie. Sarebbe concorso morale, ma la vedo difficile. Potrebbe anche esserci il reato di diffamazione se i fatti divulgati non sono veri, ma la diffamazione è perseguibile da istanza di parte”.

Il Vaticano ha fatto capire che potrebbe intentare vie per bloccare la diffusione dei due libri…

“Anche qui la vedo molto difficile. Intanto perchè il reato è stato commesso , se commesso, in altro Stato e non mi risulta che ad oggi il Vaticano abbia delegato i giudici italiani. Semmai il Vaticano potrebbe agire come qualsiasi cittadino italiano leso nei suoi diritti davanti al tribunale civile di Roma, lamentando in via di urgenza possibile fuga di notizie riservate e dunque danno, chiedendo la inibitoria cautelare sui due libri, una specie di sequestro. Anche qui penso che le possibilità non siano elevate”.

La meraviglia questo episodio?

“Era già accaduto sotto Benedetto XVI, forse in modo più grave. La cosa, da addetto ai lavori non mi sorprende in quanto siamo pieni di verbali che escono e poi si pubblicano, interviste strane, gossip, intercettazioni segrete e poi rese manifeste. Ovviamente  se il danneggiato è il Papa questo fa molto più clamore”.

Lei è credente, che giudizio da?

“Proprio perchè credente non giudico eticamente le persone coinvolte fidando nella misericordia di Dio. Chi ha compiuto questi atti, se colpevole, ne risponderà davanti al codice penale e di Dio che comunque usa misericordia davanti al pentimento. Certe debolezze umane non devono intaccare la fede e tanto meno  la mia”.

C’è un complotto ai danni del Papa?

“No. In Italia quando non sappiamo spiegare fatti parliamo sempre di complotto, siamo il Paese del complotto. E’ una logica che non condivido e non mi piace. Ci vogliono prove”.

Bruno Volpe

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