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Come leggere il nostro mondo che cambia? Il problema della natalità e della crescita economica? Le derive ambientaliste? Abbiamo incontrato Ettore Gotti Tedeschi, economista, presidente della filiale italiana del Banco Santander ed ex presidente dello Ior, per rispondere a queste e altre domande.

Vorrei partire da una frase da lei pronunciata anni fa durante un convegno: «non bisogna essere ricchi per fare figli, ma si diventa ricchi facendo figli».

È chiaro che questa frase va interpretata in un contesto: se la popolazione non cresce, il paese si impoverisce, venendo a decrescere il prodotto interno lordo. La crescita economica e la crescita del Pil sono legate direttamente, in una correlazione perfetta, con la crescita demografica. Questo assunto è accettato da tutti gli economisti. Soltanto quelli che lo vogliono rifiutare per l’origine in parte di carattere morale di tale assunto, lo rifiutano anche dal punto di vista scientifico. Ma la correlazione tra l’andamento del Pil e l’andamento demografico è sostanziale, sostenuta anche dal più grande economista del Novecento, Keynes. D’altra parte, bisognerebbe chiedersi come fanno a crescere ricchezza e Pil, se la popolazione non cresce. Il consumismo ne è la spiegazione: il crollo delle nascite non ha prodotto la crescita del Pil e questa è stata compensata, negli ultimi trent’anni, dagli effetti del consumismo. La compensazione del calo demografico con la crescita dei consumi individuali non risolve il problema, semmai lo aggrava – tramite ad esempio l’assorbimento del risparmio – e lo rimanda. Oggi il consumo individuale è cresciuto di cinque volte in più rispetto a quanto avveniva quarant’anni fa ed è anche una delle cause dei famosi problemi climatici.

Le parole “ambientalismo” e “denatalità” possono dunque essere inserite insieme in un discorso relativo a quanto detto finora. 

Il problema ambientale è stato generato proprio da coloro i quali hanno bloccato le nascite negli anni ’70, ovvero gli ambientalisti neomalthusiani, sostenitori della teoria secondo cui l’uomo sarebbe il cancro della natura e bisognerebbe ridurne la crescita. Ovviamente chi ha seguito questa teoria è stato il mondo occidentale, istruito, mentre altri paesi, meno istruiti, non hanno percorso la stessa strada. Negli anni ’70 abitavano il mondo quattro miliardi di persone: due miliardi del mondo cosiddetto ricco e due nel mondo povero o semipovero. Oggi siamo 7,5 miliardi, due vivono nel mondo ormai non più ricco, gli altri nel mondo povero che nel frattempo è diventato ricco facendo figli. Esempi? La Cina e il resto dell’Asia.

Una sua opinione su Greta Thunberg e il movimento che guida?

Questa ragazza è uno strumento. Chi sta dietro alla trasmissione di questo messaggio ambientale? Coloro che stanno progettando un capitalismo green: una nuova forma di capitalismo che cambi completamente i modelli di consumo e che domini l’economia del mondo intero per i prossimi cinquant’anni. Le faccio un esempio. Se da domani una legge decidesse che le automobili entro 12 mesi devono andare tutte a energia elettrica, chi diventa l’uomo più ricco del mondo? Chi produce le nuove automobili. Questo è business non è ecologia.

L’attacco alla vita e alla famiglia è conseguenza di una perdita di valori?

Il problema famiglia non è più un problema morale ma culturale. La teoria gender afferma che l’uomo o la donna decide di essere o uomo o donna in funzione della sua psicologica aspirazione socioculturale.

È vero che, com’è stato già dimostrato, aiutare le donne a essere sia lavoratrici che madri, accompagnarle nella gravidanza e nei mesi successivi al parto con orari di lavoro a loro misura, può portare solo vantaggi al posto di lavoro dove trovano occupazione?

Assolutamente sì. Le aziende che prevedono al loro interno delle nursery e tutte le forme di servizio alla madre che lavora, hanno permesso il diffondersi di un’attenzione alla famiglia, al desiderio di formarla, di fare figli oltre che di un grosso equilibrio sociale. Un’altra questione fondamentale è sicuramente la capacità di scindere le scelte a favore della famiglia dalla religione. La Francia è l’unico paese in Europa che nella sua costituzione si dichiara Stato laico, eppure ha capito che il crollo delle nascite avrebbe comportato un crollo non soltanto della crescita economica, ma anche degli equilibri socio-economici. È stata la prima a incoraggiare la nascita del secondo e del terzo figlio. Ma mi faccia aggiungere  una domanda che tutti dovremmo porci è sulla nostra libertà. Quello che io sto facendo lo sto facendo perché libero o perché in qualche modo le culture dominanti me l’hanno imposto?

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